13 novembre 2015 – 13 novembre 2017. Un modo per non dimenticare, un modo onorare le vittime a due anni di distanza dalla strage del Bataclan. Un duro colpo alla città di Parigi: in quella notte morirono 130 persone e ne furono ferite 360. Non solo testimonianze, non solo parole ma anche tatuaggi per ricordare la paura di quel momento. Ferite sul corpo e nell’anima esorcizzate da simboli che infondono coraggio, speranza e trasmettono desiderio di rinascita.
David, Rube, Laura, Ludmila, Sophie sono solo alcuni dei sopravvissuti che hanno inciso sulla loro pelle il loro personale ricordo di quegli istanti. Laura Leveque, 32 anni, quella notte nella folle fuga dal Bataclan fu sepolta viva dai cadaveri ma così riuscì a sfuggire alla pioggia di colpi dei jihadisti. Sente ancora quei corpi sulle sue spalle: si è fatta tatuare sulla spalla sinistra un corvo su un serpente che si morde la coda, simbolo di nuova vita e “dei fiori che crescono sul campo di battaglia”.
Ludmila Profit di 24 anni si è fatta tatuare dietro l’orecchio destro un quadrifoglio, il numero 13 e la parola “Fuck”, Sophie invece ha coperto i fori dei proiettili sulla sua gamba sinistra con una Calavera Catrina, personaggio che simboleggia il giorno dei morti in Messico e sul piede rimasto paralizzato un girasole che lo illumina.
Ruben porta sul suo avambraccio destro il motto latino adottato dalla città di Parigi “Fluctuat nec mergitur” (“Sbattuta dalla onde, non affonda”) e David Fritz Goeppinger, che si trovava al Bataclan per assistere al concerto degli Eagle of Death Metal con degli amici, si è fatto tatuare la data di quella notte in numeri romani seguita da “V/V” ad indicare che sono entrati nel pub in cinque e ne sono usciti in 5.
Queste sono solo alcune delle storie raccontate dai tatuaggi fotografati quest’estate dal reporter Joel Saget, dell’agenzia AFP, e pubblicati oggi in occasione dell’anniversario della strage. Storie che fanno male ma che testimoniano la forza di chi, sopravvissuto, è capace di guardare oltre e con positività al futuro senza permettere che venga schiacciato da chi vuole diffondere solo morte e distruzione.