Carcerazione preventiva senza cauzione. È questa la richiesta avanzata dalla Procura dell’Audiencia Nazionale di Madrid, la Corte suprema spagnola, nei confronti di 8 dei 9 ministri del Governo Pudgemont che si sono presentati a Madrid per essere interrogati sui loro capi di imputazione (ribellione, sedizione e malversazione di fondi pubblici).
Il giudice Carmen Lamela dovrà quindi decidere se emettere i mandati di arresto europei per l’ex presidente catalano e per i 4 ministri che si trovano adesso a Bruxelles. Chiesto il carcere anche per tutti i membri del governo tranne che per l’ex ministro Santi Villa, che si era dimesso il giorno prima della dichiarazione di indipendenza.
L’avvocato di Carles Puigdemont, Paul Bekaert, ha spiegato che l’ex leader catalano intende collaborare con le autorità spagnole e belghe: “Il clima non è buono, è meglio prendere le distanze. Se lo chiedono, collaborerà con la giustizia dei due Paesi”. Per Carme Forcadell, presidente del Parlamento destituito, e altri cinque deputati indipendentisti, tutti membri della presidenza, la Procura ha invece chiesto che siano posti sotto la “vigilanza” della polizia.
A differenza dei ministri, i sei deputati si sono presentati alla Corte suprema spagnola ma non sono stati interrogati e le loro udienze sono state aggiornate, su richiesta dei loro difensori. Sono accusati dalla Procura di sedizione e ribellione, reati che comportano pene in carcere, rispettivamente, fino a 15 e 30 anni.
Intanto la Guardia civil spagnola ha effettuato una perquisizione nel commissariato centrale dei Mossos d’Esquadra a Lleida. La polizia nazionale intende sequestrare le registrazioni delle comunicazioni interne tra gli agenti locali del giorno del referendum sull’indipendenza