La Corea del Nord è sicuramente una minaccia per i propri vicini e potrebbe trascinare Stati Uniti e Cina in un conflitto regionale. Attualmente ha già la capacità di colpire con armi nucleari città sudcoreane e giapponesi e fra qualche anno potrebbe sviluppare quella di colpire città americane. Realisticamente, dunque, la Corea del Nord è un problema per la pace e la stabilità internazionali.
Allo stesso tempo però, non bisogna lasciarsi prendere dal panico o esagerare la portata del problema nordcoreano. È vero per esempio che l’artiglieria nordcoreana è pronta a bombardare Seul, ma prima che possa infliggere seri danni umani e infrastrutturali alla capitale sudcoreana, ci sarebbe sicuramente una decisa reazione delle forze armate statunitensi e sudcoreane.
La Corea del Nord è la nazione più militarizzata della terra, ha un’importante aereonautica da guerra e grandi arsenali di missili.Tuttavia, la sua tecnologia militare sta invecchiando ed è di qualità largamente inferiore a quelle americana e sudcoreana. Gli aerei militari nordcoreani sono dei vecchi Mig e Su-25, mentre i sudcoreani hanno i molto più avanzati F-15 e F -16; la Corea del Nord ha dei vecchi missili balistici Sa-3 e Sa-5, mentre i sudcoreani hanno i Patriot e i Thaad di fabbricazione americana, molto più moderni.
Anche le forze di terra nordcoreane, per quanto siano numerose e possano provocare danni considerevoli alle città della Corea del Sud poste più vicino al confine, mancano in gran parte di sistemi d’arma avanzati. Ci sono dunque buone ragioni per cui tre generazioni di “cari leaders” nordcoreani si sono limitati a violente e bellicose retoriche senza mai entrare in guerra dopo il 1953; sapevano e sanno bene quanto siano in realtà limitate le capacità offensive del proprio paese e quanto siano vulnerabili economia e infrastrutture della Corea del Nord.
Un attacco congiunto americano, sudcoreano e giapponese contro la Corea del Nord devasterebbe il fragile tessuto industriale e infrastrutturale del paese, e farebbe molti più danni di un eventuale attacco della Corea del Nord ai sudcoreani, ai giapponesi o all’isola di Guam. Un eventuale uso da parte dei nordcoreani di armi nucleari sarebbe suicida: implicherebbe un’immediata rappresaglia statunitense che cancellerebbe il paese dalla faccia della terra. Anche un paragone demografico ed economico fra le due Coree mostra l’enorme disparità fra di esse.
I sudcoreani sono 51 milioni ed hanno un pil di 1400 miliardi di dollari; i nordcoreani sono appena 25 milioni ed hanno un pil di 28 miliardi di dollari. La mania militarista dei Kim ha fatto pagare al paese un prezzo economico enorme. Solo il 30% dei nordcoreani ha l’elettricità e solo il 25 % ha un telefono. Il paese ha inoltre poche ferrovie e poche strade asfaltate. In conclusione, il leader Kim Jong Un ha pochissimi incentivi per passare dalla sua violenta retorica a pericolose avventure militari.
Il livello di deterrenza è alto, la Corea del Nord sarebbe lo stato più vulnerabile in un eventuale conflitto armato e dunque farsi prendere dal panico, indotto dai media Usa e dalla retorica di Kim Jong Un e di Trump, è inutile e pericoloso.