Il Senato ha approvato con 185 voti a favore, 76 contrari e 5 astenuti la mozione della maggioranza, a prima firma di Luigi Zanda, sulla vicenda Consip. L’Assemblea ha accolto anche il dispositivo della mozione riformulata a prima firma Andrea Augello (Idea) con 244 voti a favore, 17 contrari e 11 astenuti. Respinte invece tutte le altre mozioni, come pure le premesse della mozione Augello, su cui il governo aveva espresso parere contrario.
Prima del voto si sono susseguite schermaglie a tutto campo in Senato sul caso Consip. Sulle mozioni è iniziata una vera e propria partita a scacchi guidata dal Pd che aveva proposto in Aula di rinviare il voto a dopo l’assemblea degli azionisti convocata da Luigi Marroni il 27 giugno. “In soccorso” degli agguerritissimi bersaniani e degli inviperiti grillini, insorti per la richiesta di Zanda, è intervenuto il presidente del Senato che ha lasciato invariato l’ordine del giorno.
“Preso atto del dibattito in Aula l’ordine del giorno prevede la discussione sulle mozioni sulla Consip“, ha detto Grasso. Il capogruppo Pd Luigi Zanda aveva invitato Grasso a rinviare il dibattito a dopo il 27 ma senza avanzare alcun “petitum” formale per il quale sarebbe stato necessario il voto in Aula.
“Le mozioni – aveva detto Zanda – alla luce della comunicazione di Padoan, hanno raggiunto i loro effetti. Il Consiglio è decaduto. Sarebbe quindi più utile tenere il dibattito dopo il 27, data della riunione dell’assemblea Consip, dopo la nomina dei nuovi vertici“.
Il ministro ha infatti scritto a Grasso una lettera: “Appare opportuno informarla che l’amministrazione delegato Consip ha informato questo dicastero che il 17 giugno sono state presentate le dimissioni da parte di due consiglieri e che con le dimissioni della maggioranza dei consiglieri si intende dimissionario l’intero cda“.
Da parte di Grasso, però, si registra uno stop per inammissibilità alla mozione presentata da Mdp in cui si parla della necessità per Luca Lotti di rimettere le deleghe da ministro. “Valutare la sospensione delle deleghe al Ministro per lo sport Luca Lotti fino al chiarimento della vicenda che lo vede coinvolto, perché il Governo deve potere operare al riparo da ombre su comportamenti non irreprensibili dei suoi componenti, per portare avanti i suoi impegnativi obiettivi”.
“I temi delle mozioni vanno oltre le questioni specificatamente inerenti i vertici della Consip. Pertanto le comunicazioni di Padoan di oggi non sono dirimenti per portare al ritiro o alla decadenza delle mozioni“, ha detto la capogruppo Mdp Cecilia Guerra che chiede si vada avanti con il voto sulle mozioni.
Ma da parte di Gotor potrebbe arrivare una nuova mozione anti-Lotti: “Non solo ha avuto le dita nella marmellata, era dentro la tinozza dello scandalo Consip. È coinvolto. come si può pensare che non c’entri nulla?”, ha detto il capogruppo M5S al Senato, Carlo Martelli.
“Le mozioni – aggiunge – restano, si discutono e si votano. Stanno qui da marzo, non da oggi. Non siamo nel Parlamento degli anni ’30, quello del ventennio. Questo qui discute e poi vota”. “Sono contento che il presidente Grasso non abbia ceduto alle richieste fittizie di non fare discutere le mozioni sul caso Consip“.
“Marroni è ancora in Consip, dicono che non c’è e con questo cercano di far saltare le mozioni, devono avere il coraggio di farci discutere di quanto hanno fatto – ha concluso l’esponente di spicco del M5S – Nell’affare Consip c’è la storia politica dell’intero Giglio Magico“.