L’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto e il Bahrein hanno interrotto i rapporti con il Qatar, piccolo emirato del golfo che proprio con l’Arabia Saudita condivide il suo unico confine terrestre. Con l’interruzione dei rapporti e con la notifica dell’espulsione del personale diplomatico qatariota da questi paesi, sono arrivati anche lo stop al traffico aereo e marittimo e, con i vicini, la chiusura dei confini.
La rottura dei rapporti con il Qatar, in cui ha sede la più grande base statunitense del Medio Oriente, rappresenta in realtà il punto di arrivo di una crisi che si trascina ormai da 2 settimane, vale a dire dalla conclusione del viaggio di Donald Trump nella regione, in cui il neo presidente Usa ha voluto rilanciare la necessità di un fronte anti-terrorismo unitario (con una chiara declinazione anti-iraniana).
La motivazione ufficiale adottata da questi paesi per giustificare la rottura con il Qatar sarebbe il “sostegno al terrorismo” da parte di quest’ultimo. In realtà i sauditi non gradiscono il fatto che il Qatar, tra i paesi che fanno parte del consiglio di cooperazione del golfo, sia quello con la politica estera più indipendente e filo-iraniana e hanno voluto punirlo per questo. Inoltre, pur essendo entrambi paesi sunniti, Arabia Saudita e Qatar sostengono movimenti islamisti diversi: i qatarioti sono grandi supporter finanziari e politici dei fratelli musulmani, soprattutto in Egitto, mentre l’Arabia Saudita, culla del wahabismo, sostiene i movimenti salafiti in tutto il mondo arabo e islamico.
Il Qatar ha certo potenti strumenti per difendersi: possiede cospicue risorse gasifere e petrolifere,una rete tv all news vista in tutto il mondo come Al Jazeera e investimenti miliardari in tutto il mondo occidentale (specialmente in Francia): può inoltre contare sull’appoggio della Turchia di Erdogan. La stessa amministrazione Trump è divisa al suo interno sulla questione: il presidente e alcuni suoi stretti consiglieri appoggiano totalmente l’azione saudita di isolare il Qatar mentre dipartimento di Stato e Pentagono premono per il dialogo e la fine della crisi. I militari Usa sanno che il Qatar è una base fondamentale per la presenza militare americana nel golfo Persico, visto che esso ospita oltre 10.000 soldati a stelle e strisce.
Sfondo di questa crisi è la volontà da parte di Trump di distanziarsi dal predecessore Obama che aveva aperto all’Iran, rinnovando l’asse di ferro con il fronte sunnita guidato dall’Arabia Saudita e con Israele. Insomma, l’ennesimo focolaio di tensione in una regione come il Medio Oriente già in fiamme su più fronti, da quello libico a quello yemenita a quello siriano.