Nick Timothy e Fiona Hill, i due capi staff e consiglieri di fiducia di Theresa May, hanno presentato le proprie dimissioni: è questa la prima grande conseguenza politica dopo l‘annuncio di un nuovo incarico di governo affidato ancora al primo ministro britannico, che avrebbe ricevuto (secondo l’Indipendent) forti pressioni dal partito per ottenere il loro abbandono.
Il loro posto verrà preso da un nuovo capo dello staff: si tratta Gavin Barwell (membro dei Tories), ex ministro dell’edilizia ma anche ex parlamentare, visto che nella serata delle elezioni ha perso il proprio posto in parlamento in rappresentanza della circoscrizione di Croydon Central (Londra), ceduto dai Tory per la prima volta dal 2005 al Labour Party.
I due ex capi staff erano invisi ad una grossa fetta dell’ambiente conservatore, che li accusava di essere soggetti occulti e “cani da guardia” del primo ministro (dall’approccio definito “scortese, infantile e abusivo”), ma soprattutto di essere gli ispiratori della scelta di elezioni anticipate, rivelatasi poi una scelta strategica errata.
Timothy, in particolare, si era assunto la responsabilità del programma elettorale (con un forte taglio alle spese sociali) e il partito dei Tories aveva chiesto che i due consiglieri si dimettessero in caso di un nuovo incarico di governo a Theresa May, accusata dai Tories di essere troppo permissiva e non in grado di gestire l’intraprendenza e i comportamenti (alle volte anche aggressivi sul piano dialettico e comunicativo) dei due collaboratori.
Questa la lettera di Nick Timothy, pubblicata sul sito del partito conservatore: “La ragione della nostra delusione non è il mancato sostegno a Theresa May e ai conservatori, bensì l’inaspettato aumento del seguito verso i laburisti. Si possono fare tutte le speculazioni del mondo su questo, ma la semplice verità è che il Regno Unito è un paese diviso. Molti sono stanchi dell’austerità, molti restano arrabbiati o frustrati per la Brexit e molti giovani sentono di non avere le opportunità che hanno avuto i loro genitori”.
Distaccato invece l’addio di Fiona Hill: Hill: “È stato un piacere servire il governo e lavorare con un così eccellente primo ministro. Non ho dubbi che Theresa May continuerà a servire e lavorare duro come primo ministro e lo farà in maniera brillante”.
Le critiche a Theresa May arrivano però soprattutto sul fronte esterno al partito conservatore: nella giornata di oggi si sono radunate di fronte al Parlamento a Westminster, protestando contro il nuovo governo, oltre ad una campagna social avviata dal Labour Party al grido di #NotMyPrimeMinister, #NoMandate e #Notmygovernment. La critica principale è all’ipotesi di coalizione (definita “coalizione dell’orrore”) con il DUP nordirlandese, che valuta l’ipotesi di un appoggio esterno che terrebbe in vita il governo.