“Se gli Stati Uniti usciranno dall’accordo di Parigi sul clima non si raggiungeranno i target stabiliti sul taglio delle emissioni di CO2, con un abbassamento ulteriore delle ambizioni per salvare il Pianeta“. Lo sostiene il direttore strategico del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) Riccardo Valentin.
Alla luce di quanto stabilito nel vertice mondiale Onu sui cambiamenti climatici del 2015, la Cop21, con la posizione assunta dal presidente Donald Trump, “gli Usa si prendono una responsabilità enorme nei confronti del mondo intero”. Uno degli obiettivi principali della Cop21 è il contenimento dell’aumento della temperatura media della Terra entro i due gradi centigradi.
Ma c’è chi crede ancora in un lieto fine: “Il governo Trump cambierà idea sulle fonti di energia rinnovabile. Si renderà conto che anche dal punto di vista economico sono convenienti”, sostiene Giampiero Maracchi, climatologo dell’università di Firenze, sulle politiche ambientali di Donald Trump.
“L’aumento delle temperature globali – ha spiegato Maracchi – è un dato di fatto, e certamente continueranno ad aumentare finché continuerà l’effetto serra provocato dalle attività umane e l’uso dei combustibili fossili da parte dell’uomo”. Secondo il climatologo, il ricorso alle rinnovabili è inevitabile, anche perché il petrolio non è una risorsa infinita.
Maracchi conclude sostenendo che “di questa energia pulita che arriva principalmente dal sole e dal vento ce n’è quanta si vuole”. “Il successo delle rinnovabili, tra l’altro – dichiara Maracchi – dimostra che è stata sbagliata la scelta di chi è ricorso al nucleare“.