Il nuovo razzo lanciato dalla Corea del Nord verso il Mar del Giappone è esploso in volo senza “rappresentare una minaccia per il Nord America“, sottolineano dal comando Usa nel Pacifico. Insomma, la sfida agli Usa prosegue nello stesso giorno in cui il segretario di stato Rex Tillerson, presiedendo al consiglio di sicurezza dell’Onu una riunione sulla crisi, chiede un maggior isolamento diplomatico ed economico di Pyongyang ammonendo che ”tutte le opzioni devono restare sul tavolo”.
Poco conta, quindi che il lancio del razzo tipo ‘Kn-17’ a medio raggio, sia fallito. Resta la provocazione a Washington: “Il Consiglio di Sicurezza Onu deve agire prima che lo faccia la Nord Corea”, aveva sollecitato Tillerson, sostenendo che ”non agire immediatamente sulle questioni fondamentali della sicurezza nel mondo potrebbe portare conseguenze catastrofiche“. Un rischio evocato in una intervista alla Reuters anche da Donald Trump.
Intanto nella seduta alle Nazioni Unite, il ministro degli esteri cinese, Wang Yi, ha chiesto agli Usa di fermare le loro esercitazioni con la Corea del sud: “L’opzione dell’uso della forza in Nord ”è totalmente inaccettabile, la nostra scelta deve essere quella di utilizzare gli strumenti diplomatici”, ha rilanciato il vice ministro degli esteri russo, Gennady Gatilov.
”Le sanzioni non devono essere fine a se stesse – ha aggiunto Gatilov – e non devono essere usate per soffocare economicamente Pyongyang, né per deteriorare la situazione umanitaria nel Paese”. Insomma, in questo momento ogni provocazione può innescare una scintilla fatale per un conflitto che potrebbe essere nucleare: ”La pazienza strategica si è esaurita’‘.
L’amministrazione Trump potrebbe rispondere all’ultimo test missilistico nordcoreano con nuove sanzioni e con ulteriori esercitazioni navali o l’invio di aerei o navi come prova di forza: “La Corea del nord ha mancato di rispetto agli auspici della Cina e al suo altamente rispettato presidente lanciando oggi, anche se senza successo, un missile. Male!”, ha twittato Donald Trump.
Intanto il presidente statunitense opta per l’autocelebrazione: “Credo davvero che i primi cento giorni della mia amministrazione siano stati più o meno quelli di maggior successo nella storia del nostro Paese”: dichiara Trump omettendo però il fallimento della riforma sanitaria e le azioni di politica estera: ”Forse il più grande cambiamento è il rinnovo dello spirito americano”.