“Alitalia non può fallire, la questione non può essere affrontata con questo approccio ideologico: vanno cercate altre strade, pensando a tutte le soluzioni possibili”. Matteo Renzi non usa mezzi termini per “richiamare all’ordine” il ministro dello Sviluppo economico Calenda e quello del Lavoro Poletti oltre, ovviamente, al premier Gentiloni.
L’ex premier ha criticato l’assoluta chiusura dell’esecutivo alla possibilità di un salvataggio di Stato. “Non lasceremo sole le famiglie: tante migliaia di lavoratori e un grande indotto non possono essere dispersi, l’Italia non può restare senza una compagnia al servizio del sistema Paese”, dice Ettore Rosato.
“Tutto nasce dalla scellerata scelta di Berlusconi di buttare a mare l’accordo di Prodi con AirFrance”, dichiara il senatore Stefano Esposito, che solleverà il caso Alitalia in commissione al Senato. Secondo fonti interne al partito, Renzi vorrebbe spronare il governo affinché crei le condizioni per una soluzione di mercato che scongiuri il “fallimento”.
Interviene quindi Gentiloni: “Non posso tacere la preoccupazione per quello che sta accadendo ad Alitalia. Bisognerebbe essere in grado di stare sul mercato per competere. Da parte mia c’è stata delusione per il fatto che l’opportunità dell’accordo tra aziende e sindacati non sia stata colta”.
“Sulla questione Alitalia bisogna dire la verità, l’ho già detta prima, lo dico anche adesso: non ci sono le condizioni per una nazionalizzazione di Alitalia“, ribadisce il premier Paolo Gentiloni al termine della visita effettuata al pastificio Rummo di Benevento. “Tuttavia il governo si sente impegnato a difendere lavoratori, utenti, contribuenti e cittadini per non disperdere risorse e asset della compagnia. Ci lavoreremo sapendo tuttavia che l’esito del referendum rende più difficile la sfida”.
“Qualcuno si è convinto che ci sarebbe stato l’ennesimo salvataggio pubblico. Lo dico chiaramente: non ci sarà. Il nostro intervento servirà a evitare il fallimento: l’azienda sarà venduta al miglior offerente come sta accadendo con l’Ilva”, aveva dichiarato Del Rio alla stampa.
“Il nuovo commissario deve assicurare la continuità dell’azienda e trovare un acquirente per Alitalia che sappia gestirla”, ha quindi spiegato il ministro Calenda, precisando che per la continuità “l’unica cosa sarà avere un prestito ponte dallo Stato, intorno ai 300, 400 milioni per assicurare sei mesi di gestione”. Lufthansa interessata? “Lo spero”.
Secondo Calenda “il management operativo ha sbagliato moltissimo“, anche con una certa dose di arroganza “ma questo non vuol dire che ci sia la possibilità di tornare ad un management pubblico che non mi pare abbia fatto meglio nel corso degli anni”, ha proseguito.
“Non è mai colpa dei dipendenti. La dimensione in termini di costi di Alitalia rispetto a volumi che genera è una dimensione insostenibile, quindi la razionalità di fare un piano che preveda anche in maniera molto attenta una riduzione dei costi fissi è inevitabile“, ha evidenziato aggiunto il ministro dell’Sviluppo.