All’indomani del referendum dell’Alitalia sul futuro occupazionale del circa 12.500 dipendenti e l’esito della votazione, si profila quanto annunciato ovvero il via al commissariamento.
Ad annunciarlo la stessa compagnia che “data l’impossibilità di procedere alla ricapitalizzazione” ha “deciso di avviare le procedure previste dalla legge e ha convocato un’assemblea dei soci per il 27 aprile al fine di deliberare sulle stesse”.
“A seguito dell’esito negativo della consultazione referendaria, il programma e l’operatività dei voli Alitalia non subiranno al momento modifiche“, sta scritto sempre in una nota.
“La cosa più plausibile è che si vada verso un breve periodo di amministrazione straordinaria che si potrà concludere nel giro di 6 mesi o con una vendita parziale o totale degli asset di Alitalia oppure con la liquidazione”. È quanto ha detto il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. “Se ci saranno aziende interessate a rilevarla – ha aggiunto – questo è tutto da vedere, è prematuro”. “Negozieremo con l’Ue un aiuto pubblico sotto forma di prestito”, ha poi detto.
Sull’argomento è intervenuto anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che, a Sky Tg24, ha escluso una “nazionalizzazione” di Alitalia. “Quello che potevamo fare, abbiamo cercato di farlo ottenendo il miglior risultato possibile in questa fase – ha detto -. Alitalia è un’azienda privata: ora dobbiamo aspettare la decisione degli azionisti, poi siamo pronti ad applicare la legge” per tutelare i lavoratori con gli ammortizzatori.
“Siamo vicini a tutti i lavoratori Alitalia e attendiamo la nomina del commissario e il deposito di un piano industriale per capire esattamente l’idea che ha il Governo”, ha detto il sindaco di Roma, Virginia Raggi. “Noi riteniamo che il lavoro vada tutelato, non lo diciamo solo noi ma la Costituzione. Attendiamo di capire bene”, ha concluso.
L’Italia non si può permettere di perdere Alitalia, dobbiamo fare il possibile e percorrere tutte le strade”, ha affermato il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, a margine della manifestazione del 25 aprile a Milano. “Chiederò al governo di incontrarci e poi vedremo cosa deciderà l’azienda”, ha detto.
“Bisogna ripartire da un piano industriale credibile, sostenuto anche dalle banche e dal governo, con l’ingresso di Cassa depositi e prestiti”, ha detto la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, sempre a margine della manifestazione del 25 aprile a Milano.
“Bisogna chiedere che si riapra la discussione sul piano industriale, che è stato segnato dalla sfiducia dei lavoratori e da un gruppo che ha seguito tre ristrutturazioni successive, tutte con esiti fallimentari”, ha poi aggiunto.