C’è un clima di grande tensione e attesa intorno alla vertenza Alitalia, i cui dipendenti hanno tempo fino alle ore 16 di lunedì 24 aprile per esprimere il proprio voto nell’ambito del referendum interno sul nuovo piano industriale.
Un voto che sarà decisivo per l’eventuale raggiungimento di un’intesa fra azienda, governo e sindacati: Ulitrasporti rende noto che l’affluenza “era a circa il 55% ieri sera (21 aprile, ndr.) a chiusura seggi alle ore 21.00”. L’intesa sottoposta a referendum prevede cassa integrazione straordinaria per circa 980 persone, il mancato rinnovo dei contratti a termine per 558 addetti e l’uscita di altri 142 all’estero, oltre al taglio degli stipendi.
Per giorno 26 è previsto invece il vertice tra azienda e sindacati presso il Ministero dello sviluppo economico. Sull’argomento è intervenuto il presidente del consiglio Paolo Gentiloni: “So bene che ai dipendenti vengono chiesti sacrifici, ma so che senza l’intesa sul nuovo piano industriale l’Alitalia non potrà sopravvivere. Sento il dovere di ricordare a tutti la gravità della situazione in cui ci troviamo: di fronte alle sue perduranti e serie difficoltà il governo ha incoraggiato gli azionisti italiani e stranieri a impegnarsi in un nuovo piano industriale”.
Di tenore opposto l’opinione del segretario generale dell’Anpac, Antonio Divietri, che all’ANSA afferma: “Il referendum si sta svolgendo in modo ordinato, l’affluenza è alta ma la gente è arrabbiatissima e ne ha tutte le ragioni. Quale è l’alternativa a questo accordo? Bisogna scegliere tra la padella e la brace: non c’è alternativa al sì. Onestamente non so come andrà a finire. Il piano industriale di Alitalia continuerà a far perdere centinaia di milioni di euro: appare probabile andare verso una vendita a Lufthansa”.