Dj Fabo è morto, l’annuncio di Marco Cappato | “Si è spento rispettando un Paese che non è il suo”

di Redazione

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Dj Fabo è morto, l’annuncio di Marco Cappato | “Si è spento rispettando un Paese che non è il suo”

| lunedì 27 Febbraio 2017 - 11:33

Dj Fabo, il 39enne rimasto tetraplegico dopo un grave incidente stradale avvenuto nel 2014, è morto alle 11 e 40: ”Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un paese che non è il suo”, scrive Marco Cappato dell’associazione Coscioni nel suo profilo Facebook.

Quest’ultimo ha spiegato che il giovane ha “morso un pulsante per attivare l’immissione del farmaco letale: era molto in ansia perché temeva, non vedendo il pulsando essendo cieco, di non riuscirci. Poi però ha anche scherzato”.

Sono finalmente arrivato in Svizzera, e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e non con l’aiuto dello Stato. Grazie a Marco Cappato per avermi sollevato da un inferno fatto di dolore”. Queste le ultime parole di Dj Fabo.

Oggi era in programma una nuova visita medica nella clinica dove era ricoverato per ricevere il suicidio assistito. Sono state controllate le condizioni fisiche di Fabo ed è stata confermata la sua volontà. Con Fabo c’era Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni: ” Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte. Grazie Marco. Grazie mille“.

“Grazie a te Fabo”, è la risposta di Marco Cappato. Fabiano Antoniani, questo il nome del dj, è il sesto disabile assistito dall’Associazione Coscioni. Cappato ha annunciato di aver accettato di aiutare Fabo su Facebook, ricevendo subito centinaia di commenti e condivisioni.

Cappato in un video sul suo profilo Facebook ha spiegato questa sera di essere “in Svizzera con Fabiano Antoniani che oggi ha avuto la sua prima visita medica e domani mattina farà la seconda, per controllare le sue condizioni fisiche e anche per confermare eventualmente la sua volontà di ottenere l’assistenza medica alla morte volontaria“.

“Un tipo di aiuto e di assistenza – ha sottolineato – che dovrebbe essere riconosciuta a tutti i cittadini ovunque invece di condannare e costringere persone a questa sorta di esilio della morte che ritengo debba essere al più presto superato”.

“Al mio rientro in Italia, nella giornata di domani, andrò ad autodenunciarmi, dando conto dei miei atti e assumendomene tutte le responsabilità”, ha detto Cappato. Il reato che si configurerebbe sarebbe quello di ‘aiuto al suicidio’, ha detto.

Beppino Englaro, padre di Eluana, sostiene che “L’eutanasia è una questione che tutte le nazioni civili devono affrontare, con la quale prima o poi ogni paese deve fare i conti e anche il nostro Parlamento deve dare delle risposte“.

 

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