Battuta d’arresto per le ambizioni indipendentiste della Catalogna. La Corte costituzionale spagnola ha infatti formalmente annullato le risoluzioni con le quali il parlamento di Barcellona aveva chiesto ad ottobre un referendum sull’indipendenza entro settembre 2017.
È stato quindi posto il veto alla convocazione del voto. La consulta vieta alle autorità catalane di procedere in questa direzione, minacciando sanzioni penali e dichiarando ora incostituzionale la risoluzione per la convocazione del referendum. L’ordine è indirizzato al presidente catalano Carles Puigdemont e alla presidente del Parlamento Carme Forcadell, riferisce Abc online.
La portavoce dell’esecutivo del presidente Carles Puidemont, Neus Monte, ha replicato.Il governo catalano intende andare avanti verso la celebrazione di un referendum sull’indipendenza nonostante il veto pronunciato oggi dalla Coste costituzionale spagnola, ha replicato la portavoce dell’esecutivo del presidente Carles Puidemont, Neus Monte’.
“La pretesa della corte costituzionale di annullare le risoluzioni del parlamento catalano non cambia in nulla la volontà inequivoca del Governo di celebrare un referendum nel 2017” ha detto la portavoce. Puigdemont ha più volte proposto di negoziare con Madrid i termini e le condizioni di convocazione del referendum.
Finora il premier spagnolo Mariano Rajoy ha respinto ogni possibile trattativa sulla questione. “Stiamo parlando di risoluzioni approvate da deputati nell’esercizio delle loro funzioni e tutelati dalla libertà di espressione” ha detto ancora Monte’, citata da La Vanguardia online, aggiungendo che “rispetteremo il nostro obbligo di obbedire al parlamento”.
La ministra portavoce del governo di Puigdemont ha denunciato la “giudizializzazione” in corso del processo catalano – “la separazione dei poteri e’ saltata in aria”, ha denunciato – accusando inoltre Rajoy di “bunkerizzare” e di “radicalizzare” le posizioni di Madrid.