Rigopiano, recuperati gli ultimi due cadaveri | Bilancio finale: 29 morti. Montano le polemiche

di Redazione

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Rigopiano, recuperati gli ultimi due cadaveri | Bilancio finale: 29 morti. Montano le polemiche

| mercoledì 25 Gennaio 2017 - 06:52

00.17: ULTIMORA. Recuperati gli ultimi due cadaveri “seppelliti” sotto le macerie dell’Hotel Rigopiano. Il bilancio ormai definitivo della tragedia è dunque di 29 morti dopo che per tutta la giornata di mercoledì sono stati estratti i corpi di altre persone che mancavano all’appello. E’ terminata dunque l’ultima speranza di un nuovo miracolo che ha animato fino all’ultimo i soccorritori impegnati nelle ricerche.

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Intanto arrivano importanti novità sul fronte investigativo. Secondo gli accertamenti autoptici, Gabriele D’Angelo è morto assiderato. Il medico legale di parte Domenico Angelucci spiega: “Non ci sono segni di traumi né di asfissia come emorragie congiuntivali. Secondo noi se fosse stato soccorso entro due ore probabilmente poteva essere salvato”.

Secondo quanto confermato dal pm Cristina Tedeschini, sono diverse le cause che hanno portato alla morte le persone rimaste uccise nel crollo dell’hotel Rigopiano. Alcuni sono deceduti all’istante perché rimasti schiacciati nell’incidente, altri per una serie di motivi, tra cui, in prevalenza, ipotermia e asfissia.

Dall’analisi dei tabulati telefonici emerge come solo alle 19.01 di mercoledì 18 gennaio la macchina dei soccorsi si sia resa conto che a Rigopiano era successo qualcosa di veramente serio: solo quell’ora Giampiero Parete riuscì a parlare per la seconda volta con il 118 (la prima era stata alle 17.08).

La prima telefonata era stata fatta al 118 di Chieti che avevano girato la segnalazione ai colleghi di Pescara che a loro volta avevano segnalato la cosa in Prefettura. Dopo la prima telefonata di Parete, la Prefettura cercò di ricontattare il cuoco ma non ci riuscì, quindi chiamò il fisso dell’albergo a cui nessuno rispose perché già era caduta la valanga.

A quel punto si cercò di allertare l’elicottero della Guardia Costiera, ma il maltempo impedì al velivolo di alzarsi in volo. Alle 17.40, la funzionaria della Prefettura riuscì a contattare il direttore dell’albergo Bruno Di Tommaso che “depistò” la sala operativa spiegando di aver “chattato mo’ con l’albergo” e che non gli risultava nulla di grave.

Quel “mo’”, però, risaliva almeno a un ora prima (le 16.47, secondo il tabulato che mostra l’aggancio di WhatsApp). La sala operativa si convinse così che si trattava di un falso allarme. Alle 18.03 Parete riuscì a mettersi in contatto con Marcella il quale chiamò prima il 112 poi il 113, alle 18.08.

Quando il datore di lavoro alle 18.20 richiamò gli viene risposto che era già stato tutto verificato. Si dovette attendere quindi la chiamata di Parete delle 19.01 perché si capisse che qualcosa di serio era accaduto a Rigopiano, tra le 16.30 e le 16.48. La Squadra Mobile di Pescara ha intanto ascoltato come testimone la funzionaria della Prefettura Ida De Cesaris.

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