Tragedia di enormi proporzioni sull’A4, dove un pullman ungherese sul quale viaggiavano 55 ragazzi si è incendiato causando la morte di 16 persone. In totale sono 39 i passeggeri rimasti feriti e portati nei vari ospedali di Verona. L’incidente si è verificato all’altezza dello svincolo di Verona Est in direzione Venezia.
Il pullman è andato a sbattete lateralmente contro il pilone del ponte incendiandosi. A bordo si trovava un gruppo di ragazzi ungheresi fra i 14 e i 18 anni. Dai primi accertamenti sembra che tornassero da una gita scolastica da una località montana della Francia. Il bus stava facendo ritorno a Budapest.
Dopo il violento urto contro il pilone parte degli occupanti sarebbe stata sbalzata all’esterno mentre altri sarebbero rimasti bloccati all’interno del mezzo che andava a fuoco: durante i rilievi, è stato ritrovato un martelletto vicino ad una delle vittime, che prima di morire per i traumi riportati avrebbe tentato disperatamente di farsi strada e uscire dal pullman attraverso i finestrini. I feriti più gravi, una decina, sono stati ricoverati negli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma.
16 morti nel bus ungherese incendiatosi dopo scontro contro un pilone dell’A4 vicino Verona intervento #vigilidelfuoco @emergenzavvf pic.twitter.com/WYdTKB1930
— VigilFuoco Veneto (@vvfveneto) 21 gennaio 2017
I feriti meno gravi, una quindicina, sono stati accompagnati nel nosocomio San Bonifacio e potrebbero essere dimessi in giornata. Gli altri usciti indenni dall’incidente sono stati prima assistiti dal personale della polizia stradale e poi accompagnati in un albergo per la notte.
Al momento restano valide tutte le ipotesi sulle cause della tragedia, anche quelle legate a un cedimento del mezzo o un malore del conducente. Sul posto per tutta la notte la polizia stradale di Verona, assieme alla polizia scientifica, e i vigili del fuoco.
Eroica la storia del professore Giorgio Vigh, insegnante di educazione fisica, che è rientrato nel bus in fiamme nel tentativo di salvare più allievi possibili trascinando li fuori dal mezzo ed ora è ricoverato con gravi ustioni alla schiena.
I giovani sopravvissuti raccontano di un mezzo che si è trasformato “in una trappola che subito ha preso fuoco”. Il console generale d’Ungheria a Milano, Judit Timaffy, ha incontrato alcuni dei sopravvissuti ospitati in un hotel. “Si erano fermati circa un’ora prima a una stazione di servizio per fare una sosta – ha detto la console -. Poi erano ripartiti e molti mi hanno detto che avevano preso sonno e sono stati svegliati dall’impatto”.