Il commissariato di Pizzofalcone, che si trova a Napoli tra i quartieri spagnoli e il lungomare, è stato chiuso dopo che alcuni agenti della squadra sono stati arrestati per un grave caso di corruzione. La loro colpa è quella di aver rivenduto alla camorra la droga sequestrata. L’ispettore Lojaocono, che lavora in Sicilia, viene trasferito nel commissariato di Pizzofalcone. Insieme a lui ci sono altri poliziotti, arrivati da molte parti d’Italia. Il loro ruolo sarà quello di smaltire le pratiche burocratiche e gestire l’ordinaria amministrazione del quartiere. Niente di più e niente di meno.
Lojacono è stato mandato a Pizzofalcone dopo essere stato accusato di aver passato informazioni alla mafia. L’uomo non riesce a starsene in panchina e non si rassegna ad occuparsi solo di vecchie pratiche da archiviare. Una telefonata che segnala un caso d’omicidio e alla quale risponde personalmente gli consente di rimettersi a lavoro. Una ricca donna napoletana viene trovata morta nel suo appartamento, dopo essere stata colpita violentemente alla testa.
Nonostante gli ordini del suo dirigente superiore, Lojacono trasgredisce e va a casa della donna uccisa. La vittima è una ricca benefattrice, moglie di un importante notaio della Napoli altolocata. Per fortuna Laura Piras, giovane magistrata, capisce che Lojacono sa il fatto suo e chiede informazioni su di lui. Nel frattempo però l’ispettore deve ritirarsi e abbandonare il caso.
La dottoressa Piras incontra Lojacono. “La storia della rapina finita male non mi convince. Secondo lei com’è andata? Se lei non fosse arrivato per primo in casa della signora non mi sarei sognata di chiederle nulla” chiede il giovane magistrato all’ispettore. Secondo Lojacono la signora De Santis è stata uccisa non da un ladro ma da qualcuno di sua conoscenza.
La dottoressa Piras capisce che Lojacono e la sua squadra potrebbero rivelarsi preziosi per questa indagine. La donna riesce finalmente a far assegnare l’indagine in questione al commissariato di Pizzofalcone. La squadra di Pizzofalcone indaga sull’omicidio della donna: i sospetti ricadono tutti sul marito della donna, Arturo Festa.
Lojacono viene a scoprire che Arturo Festa avrebbe voluto chiedere il divorzio alla moglie. L’uomo avrebbe tentato di spedire una mail alla moglie, ammettendo il tradimento, annullando poi la spedizione della stessa. “Sì, ho spedito questa mail a mia moglie ma poi l’ho cancellata. L’ho scritta prima di partire a Sorrento con Iolanda”. Lojacono inoltre scopre che Festa ha prenotato un viaggio per la Micronesia insieme a Cecilia. L’uomo nega: sembra che qualcun’altro si sia impossessato del suo computer.
L’ispettore scopre che Iolanda Russo, l’amante di Arturo Festa, aspetta un bambino dall’uomo. Lojacono però stenta a credere che sia stata la donna a uccidere Cecilia. Grazie a un piccolo particolare, Lojacono e Aragona scoprono che è stato uno dei dipendenti di Festa a uccidere la De Santis. L’uomo ammette di essersi innamorato della donna, la quale non ha mai ricambiato. L’uomo, dopo aver perso le staffe, la colpisce alla testa, uccidendola in pochi secondi. Lojacono riesce a concludere l’intricato caso di omicidio e il gruppo di Pizzofalcone può finalmente occuparsi dei casi più intricati di delitto.