Dopo il giuramento da parte del nuovo governo e il primo Consiglio dei Ministri, oggi Gentiloni e i suoi hanno incassato la fiducia alla Camera con 368 sì e 105 no. Appuntamento a domani in Senato per l’ultimo voto di fiducia che darà il via libero al nuovo Governo.
Il neo premier ha presentato le dichiarazioni programmatiche a partire dalle 11 e dopo aver tenuto le sue comunicazioni sul programma, si è trasferito in Senato dove ha replicato il discorso della Camera. Dalle 12:30 ha avuto inizio la discussione generale. La replica di Paolo Gentiloni ha avuto inizio alle 16, ed è stata seguita dalle dichiarazioni di voto.
“Il governo che si presenta a ricevere la fiducia è un governo di responsabilità, garante della stabilità delle istituzioni. E intende concentrare tutte le proprie energie sulle sfide dell’Italia e i problemi degli italiani”, ha detto Gentiloni alla Camera. “Lascio alla dialettica delle forze politiche il dibattito sulla durata del governo. Per quanto ci riguarda, dura fin quando ha la fiducia del Parlamento. I compiti di un governo – afferma Gentiloni – sono definiti dalla Costituzione e il suo profilo politico è iscritto nel quadro della maggioranza del governo precedente che non è venuta meno. Per qualcuno è un limite, io lo rivendico, rivendico il grande lavoro fatto alle spalle ed i risultati ottenuti di aver rimesso in moto il paese”.
“Il mio governo – sottolinea – nasce in un contesto nuovo creato dalla bocciatura del referendum e dalla scelta di dimettersi di Renzi. Questa scelta, che ha originato la crisi, non era obbligata ma ampliamente annunciata e averla compiuta è un atto di coerenza a cui non solo noi del governo e della maggioranza ma tutti gli italiani che hanno a cuore la dignità della politica dovrebbero guardare con rispetto”.
Spetta a Gentiloni indicare le priorità del governo: “La prima è senz’altro l’intervento nelle zone colpite dal terremoto. Abbiamo avuto una risposta straordinaria ma siamo ancora in emergenza e dalla qualità della ricostruzione dipende la qualità del futuro di una parte rilevante del territorio dell’Italia centrale e da questi passi che faremo dipende anche la forza che avremo nel programma a lungo termine su Casa Italia, che interviene sugli elementi più profondi dei danni che vengono provocati dagli eventi sismici nel Paese”.
“Occorre garantire la stabilità degli istituti bancari e i risparmi dei cittadini. Il governo – assicura Gentiloni – è pronto ad intervenire per garantire la stabilità degli istituti bancari”. Tuttavia, precisa, “il sistema è solido e sta contribuendo a sostenere la ripresa. Ci sono casi specifici che, anche per comportamenti inadeguati di alcuni amministratori, richiedono un rafforzamento patrimoniale e per i quali si punta ad un rafforzamento attraverso il ricorso al mercato”.
Gli altri punti del programma: “All’agenda vorrei aggiungere grandi questioni su cui finora a mio avviso non abbiamo dato risposte pienamente sufficiente. Innanzitutto i problemi che riguardano la parte più disagiata della nostra classe media, partite iva e lavoro dipendente, che devono essere al centro dei nostri sforzi per far ripartire la nostra economia. Proprio perché non vogliamo rinunciare a una società aperta e digitale vogliamo porre al centro coloro che da queste dinamiche si sentono sconfitti”.
Inoltre, “dobbiamo fare molto di più per il Mezzogiorno. La decisione di formare un ministero esplicitamente dedicato al Sud non deve far pensare a vecchie logiche del passato, al contrario noi abbiamo fatto molte cose per il Mezzogiorno ma credo che sia insufficiente la consapevolezza che proprio dal Sud possa venire la spinta forte per la crescita economia”.
“Sul terreno dell’economia il governo intende accompagnare e rafforzare la ripresa che gradualmente ma lentamente si sta manifestando – afferma Gentiloni – accompagneremo la ripresa con le grandi infrastrutture, il piano industria 4.0 e la green economy con le decisioni sul clima che l’Italia difenderà. L’impegno del governo sarà importante sul piano sociale, per completare la riforma dl lavoro, le procedure sulle norme per l’anticipo pensionistico. Sui diritti molto è stato fatto ma altri passi avanti possono essere realizzati”.
Oltre all’agenda del governo, aggiunge Gentiloni, “prenderà corpo tra le forze parlamentari un confronto sulla legge elettorale per la necessaria armonizzazione delle norme tra Camera e Senato, confronto nel quale il governo non sarà attore protagonista, spetta a voi la responsabilità di promuovere e provare a cercare intese efficaci. Certo non staremo alla finestra cercheremo di facilitare e sollecitare l’accordo”.
Nella replica in Senato, poi, il premier cita Tenco e attacca M5S: “I super paladini della centralità del Parlamento che nel momento più importante della vita parlamentare non ci sono. Il Parlamento non è un social network“.
Austerity: “Nel Consiglio Ue di giovedì (dove si affronterà il tema del rinnovo del regolamento di Dublino) avremo una posizione molto netta: non è accettabile che passi di fatto il principio di un’Ue troppo severa su alcuni aspetti dell’austerity e troppo tollerante verso paesi che non accettano di condividere responsabilità comuni sui migranti“.
“Chi come me è sempre stato animato da passione politica – conclude Gentiloni – non si ritrova nella degenerazione di questa passione. La politica, il Parlamento, sono il luogo del confronto dialettico, non dell’odio o della post verità. Chi rappresenta i cittadini deve diffondere sicurezza, non paure. Su questo à impegnato il governo e anche su questo chiede alla Camera la sua fiducia”.
A Montecitorio il nuovo governo ha avuto numeri solidi, un pò meno al Senato dove Verdini ha annunciato che farà mancare l’appoggio di Ala in assenza di una presenza al governo. Un esecutivo, quello appena formato, non di scopo ma con un’agenda chiara che si fonderà sulla stessa maggioranza di prima, che non dovrebbe arrivare a fine legislatura.
Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza sono stati chiari sulla nuova composizione del governo: pur votando la fiducia, decideranno come votare provvedimento per provvedimento. Stando ai numeri risicati, sarà il Senato che deciderà se e quando staccare la spina. Non voteranno la fiducia le opposizioni: la Lega Nord, Fratelli d’Italia, l’Ala, il M5S.
“Questa ve la devo dire: tutti i nostri parlamentari staranno fuori da questo Parlamento finto e il Parlamento lo faranno nelle strade e nelle piazze”. È la dichiarazione, a sorpresa, lanciata dal leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, chiudendo lo spettacolo teatrale ‘Grillo vs Grillo’ al Politeama di Genova.
Luigi Di Maio, uscendo pochi minuti più tardi dal teatro, ha confermato: “È del tutto chiaro che non andremo in aula a votare una fiducia a un governo fantoccio. Poi nelle prossime ore conoscerete tutte le iniziative del movimento 5 Stelle. Perché è chiaro: c’è un palazzo e c’è una politica che si arrocca nel palazzo e poi ci siamo noi che abbiamo sempre portato avanti battaglie apostrofate come populiste ma che invece erano i temi dei cittadini. Continueremo a stare con i cittadini”.