Ormai ci siamo, la data dell’8 novembre è alle porte e presto si conoscerà chi tra Donald Trump e Hillary Clinton sarà il prossimo presidente americano. Il D-Day 2016, per la verità, non eleggerà il presidente bensì i ‘grandi elettori’ che successivamente si esprimeranno sul candidato alla presidenza.
Gli statunitensi andranno alle urne in sei diversi fusi orari con i primi seggi in Indiana e Kentucky (roccaforti di Trump) che chiuderanno alla nostra mezzanotte (le 18 sulla costa est degli Stati Uniti), mentre all’alba si potrà parlare dei risultati in Alaska e alla Hawaii, all’estremo Ovest.
Quindi i primi risultati non saranno determinanti, salvo se i verdetti non rispetteranno le attese, ad esempio se nelle roccaforti di Trump vincesse la Clinton (ma sembra molto difficile, almeno alla vigilia).
All’una del mattino (ora italiana) sarà il turno di Florida, Georgia (storicamente repubblicano) e Virginia, tre Stati in bilico, oltre a South Carolina e Vermont che dovrebbero essere sicuri rispettivamente per Trump e Clinton.
All’una e trenta tocca al North Carolina, Ohio e West Virginia con i primi due incerti che daranno una prima indicazione sul voto finale.
Alle due chiuderanno le urne in moltissimi Stati tra cui gli incerti Michigan, New Hampshire e Pennsylvania. In caso di vittoria in tutti gli Stati chiave da parte di uno dei candidati, già alle 2,30 italiane uno dei due candidati potrebbe festeggiare.
Alle 2.30 chiuderanno le urne in Arkansas, Stato da sempre repubblicano e alle 3 tocca a Minnesota, Arizona, Colorado, New Mexico e il Texas, oltre a New York, appannaggio dei democratici.
Alle 4 ci saranno i primi risultati in Iowa e Nevada mentre alle 5 del mattino chiuderanno i seggi sulla West Coast, con i democratici che dovrebbero prevalere.
Sarà dunque una lunga notte elettorale con possibili colpi di scena.