“Renzi fraintende completamente la situazione“. Con queste parole, il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha lanciato una dura accusa al premier Renzi a proposito del possibile veto sul bilancio Ue. “Le risorse europee – scrive l’agenzia Mti – spettano ai paesi membri dell’Europa centrale”.
Secondo Szijjarto, è “l’Italia che non adempie ai propri obblighi, se rispettasse meglio norme e regole comuni la pressione dell’immigrazione sull’Ue sarebbe molto minore. I paesi centroeuropei, con la loro adesione all’Unione europea, hanno aperto i propri mercati interni alle imprese dell’Europa occidentale, fra cui anche quelle italiane, che hanno realizzato così profitti notevoli”.
Il ministro degli Esteri, scrive ancora l’agenzia, “ha sottolineato che Renzi sta attaccando i paesi dell’Europa centrale i quali rispettano le regole comuni mentre l’Italia non adempie i propri obblighi derivanti dall’appartenenza alla zona Schengen. Se l’Italia rispettasse meglio norme e regole comuni, la pressione dell’immigrazione sull’Unione europea sarebbe molto minore”.
“Con muri e referendum l’Ungheria ha sempre rivendicato di violare le regole europee sulle migrazioni. Ora almeno eviti di dare lezioni all’Italia”, ha replicato duramente con un tweet, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. “Il ministro degli Esteri ungherese non capisce o finge di non capire la situazione quando attacca Renzi e l’Italia”, ha aggiunto Benedetto Della Vedova.
Secondo il sottosegretario agli Esteri: “Quello che ha detto il nostro premier è molto semplice ma decisivo: l’Unione Europea si basa sulla solidarietà e la condivisione. Se a livello di Ue viene presa una decisione sul riparto dei rifugiati, questa decisione va attuata da tutti, nell’interesse di tutti esattamente come le decisioni sulla ripartizione delle risorse del bilancio europeo“.
“Se si contestano le decisioni dell’Unione Europea sui migranti, con o senza referendum, ci si deve aspettare che qualcuno contesti le decisioni sul bilancio. La nostra posizione è chiara: sì alla solidarietà nel bilancio Ue, sì alla solidarietà nell’accoglienza dei migranti, dove comunque per ragioni meramente geografiche noi saremo chiamati ancora a fare più degli altri”, ha aggiunto.
Della Vedova insiste: “Budapest riceve ogni anno 4,6 miliardi di euro dai contribuenti dei principali Paesi europei, e quindi anche italiani: si tratta grosso modo del 5% del Pil ungherese. Risorse che sono dovute perchè sulla solidarietà, in questo caso verso le aree meno sviluppate, si basa l’esistenza stessa dell’Unione Europea”.
“Le imprese italiane – prosegue il sottosegretario agli Esteri – investono in Ungheria, contribuendo alla crescita economica del Paese, perché queste sono le virtuose regole del mercato unico, che l’Italia ha sostenuto e difende contro le tentazioni protezioniste che vediamo accompagnarsi ai ritorni del nazionalismo”.
Il sottosegretario agli Esteri conclude: “L’Italia ha fatto e fa il 101% di quanto possibile e tutto quanto è dovuto per il controllo delle frontiere marittime europee rispetto agli sbarchi di migranti e alla loro identificazione. Noi, peraltro, abbiamo sempre riconosciuto lo sforzo enorme compiuto dalla Grecia fino all’accordo con la Turchia. Perchè le coste di Lesbo o di Lampedusa non sono frontiere greche o italiane, ma europee. E l’Europa è la destinazione di chi sbarca”.