L’11 settembre del 2001 non solo l’America ma tutto il mondo occidentale subiva il più vile ed efferato attacco. Il terrorismo aveva messo a segno l’attentato che sconvolse milioni di persone e che colpì al cuore gli Stati Uniti d’America. E dopo 15 anni continuiamo a combattere un nemico che prima si chiamava Al Qaeda e adesso Isis, che prima colpiva l’America e adesso l’Europa: il terrorismo.
L’America intera si è fermata alle 8.46 ora di New York, le 14.46 in Italia. Negli Stati Uniti è scattato, come a Ground Zero, un minuto di silenzio per ricordare tutte le vittime, proprio nell’ora in cui il primo aereo, un Boeing 767 dell’American Airlines, si schiantò contro la prima delle Torri Gemelle del World Trace Center di Manhattan. Subito dopo, il secondo schianto contro l’altra torre.
Sono previste cerimonie in tutto il Paese, a partire da quelle al Pentagono, con la presenza di Barack e Michelle Obama, e nell’area di Ground Zero a Manhattan, dove una volta sorgevano le Twin Towers.
E nel 2016, alle celebrazioni a Ground Zero, i due candidati alla Casa Bianca, Hillary Clinton e Donald Trump, hanno deciso di presenziare mettendo da parte la ‘battaglia’ politica che li vede protagonisti da diversi mesi.
“La paura del terrorismo non deve stravolgere i nostri valori. Non dobbiamo seguire chi vorrebbe dividerci o reagire in una maniera che intacchi il tessuto della nostra società”, è questo il messaggio di Barack Obama alla vigilia delle celebrazioni. Nelle sue parole, però, è chiaro che il riferimento è Donald Trump, paladino di proposte al limite del razzismo e della xenofobia.
“Solo salvaguardando i nostri valori rispetteremo l’eredità di coloro che abbiamo perso”, ha sottolineato il presidente ricordando come le quasi 3mila vittime fossero “di tutte le razze e di tutte le religioni, di tutti i colori e di tutte le fedi, americane e di tutto il mondo”.