Donald Trump è atterrato con il suo aereo privato nell’arena di Cleveland, in una convention repubblicana storica, accompagnato dalle note di ‘Nessun dorma’ di Luciano Pavarotti. La famiglia dell’ex tenore, appresa la notizia, si è premurata a chiarire: “Apprendiamo oggi che la romanza ‘Nessun dorma’ interpretata da Luciano Pavarotti viene utilizzata come parte della colonna sonora della campagna elettorale di Donald Trump. Tocca a noi familiari ricordare che i valori di fratellanza e solidarietà che Luciano Pavarotti ha espresso nel corso della sua carriera artistica sono incompatibili con la visione del mondo proposta dal candidato Donald Trump”. Il testo è contenuto in una lettera firmata da Lorenza, Cristina, Giuliana e da Nicoletta Mantovani Pavarotti.
Trump è stato accolto da una standing ovation nell’arena di Cleveland, oltre 20 mila persone presenti, 40 milioni circa collegati in diretta.
A introdurlo la figlia Ivanka, con i delegati che scandiscono ‘We want Trump! We want Trump!”, impedendogli quasi di iniziare il suo intervento. Si parla di un vero trionfo, fatto di urla, applausi, acclamazioni e slogan. Donald ha parlato di criminalità, economia, terrorismo, ha toccato temi caldi e sollevato nervi scoperti: disoccupazione, degrado sociale, immigrazione. Sempre diretto, sempre all’attacco. Soprattutto sempre contro. Contro Obama, Hilary, la continuità politica in materia di Esteri e le strategie politiche interne. Ha invocato la necessità di un cambio di leadership, del rispetto della legge e dell’ordine. Uno spettacolo di 1 ora e 16 minuti all’ultimo respiro per dire si alla nomination repubblicana alla Casa Bianca.
”Se volete ascoltare le menzogne la prossima settimana c’è la convention democratica, andate lì. Da me avrete sempre la verità'” ha detto. ”Insieme riporteremo il nostro partito alla Casa Bianca, e riporteremo nel Paese sicurezza, prosperita’ e pace’.