Umberto Eco, scomparso lo scorso febbraio, nel 2002 ha pubblicato una raccolta di saggi dal titolo “Sulla letteratura” (Bompiani). La maggior parte dei testi sono stati scritti tra il 1990 e il 2002; fanno eccezione “Le sporcizie della forma”, scritto originariamente nel 1954, e “Il mito americano di tre generazioni antiamericane” del 1980.
I saggi, composti per occasioni diverse (conferenze, incontri, prefazioni di libri, ricorrenze), sono accomunati dal fatto che trattano di svariati argomenti di letteratura.
Questa raccolta di scritti può essere vista come una naturale continuazione delle Sei passeggiate nei boschi narrativi (Bompiani, 1994). Si tratta infatti di discorsi rivolti in genere a un pubblico abbastanza vasto e vertono tutti sulle funzioni della letteratura, su autori che Eco ha frequentato a lungo come Nerval, Joyce, Borges (ma anche Aristotele e Dante), sull’influenza di alcuni testi più o meno letterari sullo sviluppo degli eventi storici, su alcuni problemi tipici del narrare, come la rappresentazione verbale dello spazio, l’ironia intertestuale, la natura dei mondi possibili della finzione, e su alcuni concetti chiave della scrittura “creativa”, come il simbolo, lo stile, la “zeppa” (ovvero i momenti apparentemente “morti” e meramente funzionali nello sviluppo di una forma artistica).
In alcuni di questi interventi, e specialmente nell’ultimo (“Come scrivo”), Eco sceglie come esempio e oggetto di riflessione la sua stessa attività di narratore, ma anche i saggi in cui non parla direttamente di sé gettano una luce sul suo fare letterario. Scritti occasionali, dunque, ma che rivelano una continuità di interessi, un costante richiamo alle stesse fonti d’ispirazione. Scritti che, anche quando si richiamano ai temi e ai problemi di una semiotica della letteratura, sviluppano una riflessione senza ricorso a tecnicismi, facendo sorgere le idee da un’appassionante panoplia di esempi concreti.
Il libro contiene 18 saggi:
Su alcune funzioni della letteratura
Lettura del Paradiso
Sullo stile del Manifesto
Le brume del Valois
Wilde. Paradosso e aforisma
A portrait of the artist as a bachelor
Tra La Mancha e Babele
Borges e la mia angoscia dell’influenza
Su Camporesi: sangue corpo, vita
Sul simbolo
Sullo stile
Les sémaphores sous la pluie
Le sporcizie della forma
Ironia intertestuale e livelli di lettura
La Poetica e noi
Il mito americano di tre generazioni antiamericane
La forza del falso
Come scrivo