Nuovo terremoto nel mondo del calcio. I carabinieri di Napoli hanno arrestato 10 persone (7 in carcere e 3 ai domiciliari) del gruppo di camorra “Vanella Grassi” di Secondigliano al termine di un’inchiesta della Dda di Napoli sull’attività del clan su scommesse e partite di serie B. “Dobbiamo mangiare tre polpette, abbiamo la pancia piena”, si ascolta in un’intercettazione.
Una persona è indagata per il favoreggiamento di uno dei capi della consorteria camorristica mentre gli altri due per aver alterato il risultato di partite di calcio professionistico a favore della stessa organizzazione, reati aggravati da finalità mafiosa. I militari hanno identificato i componenti della rete di affiliati vicina al boss Umberto Accurso (arrestato nel 2016).
Hanno inoltre individuato gli specifichi incarichi di armiere, capo piazza, pusher e distributori di mesate agli affiliati e ai familiari dei detenuti. L’indagine dei carabinieri ha portato alla luce la capacità di influenzare alcune partite di B del 2013-2014: sono Modena-Avellino del 17 marzo 2014 e Avellino-Reggina del 25 maggio dello stesso anno.
Attraverso un ‘contatto’, il difensore del Genoa Armando Izzo, adesso finito tra gli indagati, il capo clan e i sodali hanno attratto altre persone. Secondo i carabinieri hanno messo a disposizione ingenti somme di denaro per corrompere giocatori di una squadra campana di B, influenzando due gare disputate a maggio 2014.
Indagati anche il centrocampista dell’Acireale, Francesco Millesi, già in forza all’Avellino, e l’ex calciatore Luca Pini. Nei loro riguardi e nei confronti di Izzo si ipotizza il reato di partecipazione esterna ad associazione mafiosa.
Secondo gli inquirenti Antonio e Umberto Accurso, entrambi ritenuti esponenti del clan “Vanella Grassi”, avrebbero promesso 200.000 euro e poi consegnato materialmente 30.000 euro al calciatore Francesco Millesi, attraverso l’intermediario l’ex calciatore Luca Pini.
Millesi avrebbe utilizzato tale somma per corrompere altri giocatori. In particolare, avrebbe “influito” su Maurizio Peccarisi per favorire la rete del Modena contro l’Avellino in conformità dell’accordo illecito. Sulla partita gli Accurso avrebbero scommesso 400.000 euro, guadagnandone 60.000.
Per quanto riguarda la partita Avellino-Reggina, Antonio Accurso è accusato di aver offerto 50.000 euro, consegnati sempre attraverso Luca Pini a Millesi che li avrebbe utilizzati per corrompere giocatori della Reggina non identificati e favorire la vittoria dell’Avellino sulla quale lo stesso Accurso aveva scommesso 400.000 euro guadagnandone 110.000.