La Dhl Modena è campione d’Italia di pallavolo, per la 12esima volta nella storia. Decisiva la vittoria in gara 3 contro la Sir Safety Perugia al tiebreak per 3-2 (23-25, 25-20, 17-25, 25-16, 15-13), chiudendo la finale scudetto sul 3-0 e firmando una storica tripletta (campionato, coppa Italia e supercoppa).
É stata una vittoria folle, in pieno stile Modena: sotto 2 set a 1, ha forzato l’incontro al tiebreak, durante il quale avevo subito un parziale di 4 punti a zero; poi il turno di servizio di Petric, la parità ritrovata in un PalaPanini dal clima infernale, il definitivo allungo, poi il trionfo.
Ma soprattutto è il successo di Angelo Lorenzetti (il terzo della carriera), colui che aveva vinto l’ultimo scudetto di Modena nel 2002 (anche allora era l’8 maggio…) e che oggi (sapendo già di lasciare Modena l’anno prossimo) ha permesso al Palapanini di esultare di nuovo.
Era da 14 anni che i canarini non vincevano lo scudetto: in mezzo una coppa Cev, due finali scudetto perse e tanti cambi al vertice della società più scudettata d’Italia (nella città più vincente d’Italia nella storia della pallavolo). Poi la presidenza Catia Pedrini, che (non senza polemiche) ha portato una nuova denominazione (Modena Volley) e nuovi trionfi (2 Coppa Italia e una Supercoppa Italiana negli ultimi due anni).
Quello di Modena è il successo di un gruppo di grandissimo talento offensivo e difensivo: il genio e sregolatezza (dentro e fuori dal campo) di Earvin Ngapeth, il duo brasiliano palleggiatore – centrale, Bruninho – Lucas Saatkamp (che lasciano Modena per tornare in Brasile), il talento a muro di Matteo Piano, la concretezza in attacco di Luca Vettori (opposto della nazionale italiana).