Il presidente del Brasile Dilma Rousseff è stato messo in stato d’accusa dalla Camera dei deputati. Raggiunto il quorum dei due terzi dei 513 eletti con 342 voti, i deputati di opposizione hanno esultato mostrando alle telecamere cartelli con scritto “Ciao cara“. Non sono mancati attimi di grande tensione, a tratti si è temuto anche lo scontro fisico.
“Le possibilità di invertire il trend sono pari a zero, daremo battaglia al Senato”, ha annunciato il capogruppo alla Camera del Partito dei lavoratori, Josè Guimaraes, prima di raggiungere il quorum. “Grande delusione” per Dilma e Lula, che hanno assistito alla votazione nella biblioteca del palazzo presidenziale di Brasilia, e per i sostenitori del governo.
Il procedimento procederà al Senato, dove il presidente Renan Calheiros dovrà istituire una speciale commissione incaricata di decidere se accogliere o meno la proposta. In caso positivo, l’impeachment sarà votato dall’aula. La presidente avrà poi fino a 180 giorni di tempo per difendersi davanti ai giudici della Corte costituzionale.
Successivamente il Senato dovrà votare una seconda volta, dopo aver ascoltato la difesa della presidente. Solo in caso di voto favorevole, a maggioranza dei due terzi degli 81 senatori, Dilma Rousseff decadrebbe dall’incarico.