La Camera ha dato l’ultimo via libera al ddl costituzionale sul superamento del Bicameralismo e la revisione del Titolo V con 361 sì e soli 7 voti contrari.
In aula non erano presenti i gruppi di opposizione, che non hanno partecipato al voto per protestare contro i contenuti della riforma e il metodo e le scelte politiche adottate dalla maggioranza per farla approvare.
Il provvedimento, come previsto dall’articolo 138 della Costituzione, non avendo ottenuto la maggioranza di due terzi dei componenti di ciascuna Camera, può essere sottoposto a referendum.
Matteo Renzi parla “gioia profonda” per l’ok alle riforme esprimendo anche gratitudine nei confronti dei parlamentari: “Una giornata storica in cui la politica dimostra di essere credibile”, ha detto ai giornalisti nel corso della sua visita a Teheran.
“Trasformare un confronto sul merito in un plebiscito su una politica, una leadership o una nuova maggioranza di governo troverà l’opposizione ferma di chi, come noi, si è fatto carico del bisogno di completare una transizione aperta da troppo tempo”, hanno scritto in una nota Roberto Speranza, Gianni Cuperlo e Sergio Lo Giudice.
E sul referendum, la minoranza dem sottolinea: “Sarebbe imperdonabile piegare la Costituzione al vantaggio contingente di una stagione. Su questo principio fonderemo le nostre scelte”. Nel governo, invece, la soddisfazione per il passo compiuto è tanta.
“Dopo due anni di lavoro, il Parlamento ha dato il via libera alla riforma costituzionale! Grazie a quelli che ci hanno creduto”, ha scritto su Twitter il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi corredando il tutto con il solito hashtag #lavoltabuona.