L’Isis scende nuovamente in campo in Europa. Due gli attentati portati a termine a Bruxelles, cuore politico dell’Europa, uno all’aeroporto e uno in metropolitana. Sono morte almeno 32 persone e altre 250 sono rimaste ferite. Ma il bilancio è destinato ad aggravarsi.
I ricoverati sono stati distribuiti nei 25 ospedali presenti in città. Tra questi, al momento, si contano solamente tre italiani. La Farnesina, però, ritiene molto probabile che ci sia un’italiana tra le vittime. L’ambasciata italiana è in contatto con la famiglia per le procedure di riconoscimento.
“Il presidente del Consiglio ci ha informato che c’è una verifica in corso su una possibile vittima italiana”, ha spiegato Maurizio Lupi. “È in corso la fase di riconoscimento. Era una donna che prendeva normalmente la metropolitana. La violenza dell’esplosione ha reso le vittime irriconoscibili”.
I fatti. La prima bomba è esplosa nei pressi dei banchi accettazione delle compagnie aeree. La seconda, invece, ha distrutto la zona di collegamento tra i banchi check-in e i controlli di sicurezza. Corpi dilaniati e disperazione, a Bruxelles scene di guerra.
Alle 9.11, poi, un nuovo attentato. Questa volta dentro un vagone nella metropolitana mentre il convoglio era fermo alla fermata di Maalbeek, nel centro del quartiere che ospita le istituzioni europee. Lo stato di allerta è stato quindi portato al massimo livello (4) in tutto il Paese, sospesi i trasporti pubblici.
Intanto si analizza un fermo immagine dell’aeroporto che ritrae tre sospetti mentre spingono dei carrelli-bagaglio con sopra dei grossi borsoni: due si sarebbero fatti saltare in aria, il terzo, con occhiali e cappello calato sulla testa, è ancora ricercato.
Entrambi i presunti kamikaze avevano un solo guanto sulla mano sinistra, forse utilizzato per nascondere i detonatori degli ordigni. È certo comunque che il duplice attacco è il più grave mai subito dal Belgio in tempo di pace.
Per il premier Charles Michel, la caccia ai colpevoli sarà condotta “senza tregua, giorno e notte, perché noi siamo uniti e determinati a proteggere la nostra libertà”. “È ancora presto per dire con certezza se gli attacchi di oggi siano legati a quelli di Parigi”, ha detto il procuratore federale Frederic Van Leuw.
E le numerose perquisizioni effettuate in diverse parti di Bruxelles e del Paese hanno portato ai primi ritrovamenti. In un covo nel comune di Schaerbeek, sono stati trovati un ordigno esplosivo con chiodi, prodotti chimici e una bandiera dell’Isis.