Sono ore caldissime quelle del vertice Ue a Bruxelles. Se da un lato filtra un certo pessimismo sul fronte inglese (Brexit non ancora scongiurata), nelle conclusioni del vertice emerge invece la scelta di affidarsi alla Turchia “per contenere i flussi” migratori.
Per far fronte alla crisi migratoria l’Ungheria ha annunciato che da domenica chiuderà per trenta giorni i suoi tre passaggi di frontiera ferroviari con la Croazia. Nella disposizione firmata dal ministro dell’Interno Sandor Pinter, l’iniziativa è motivata con “l’interesse della sicurezza pubblica”.
Immediata la reazione di Berlino. “Nel caso in cui alcuni Paesi dovessero tentare di trasferire i problemi comuni unilateralmente e sulle spalle dei tedeschi lo troveremmo inaccettabile e sarebbe incassato da parte nostra alla lunga non senza conseguenze”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Thomas de Maizière.
“Cari amici – avrebbe detto Renzi ai paesi dell’Est – basta con le prese in giro. Da un anno vi diciamo che questo problema riguarda tutti. Mettiamola così: la solidarietà non può essere solo nel prendere”. Quindi la minaccia: “Inizia adesso la fase della programmazione dei fondi 2020. O siete solidali nel dare e nel prendere. Oppure smettiamo di essere solidali noi Paesi contributori. E poi vediamo”.
Dura la risposta dell’Ungheria che parla di “ricatto politico“. A dirlo è stato il portavoce del governo dell’Ungheria, Zoltan Kovacs. E poi c’è anche Juncker a lanciare un appello: “Immigrazione sia problema europeo e non nazionale. Abbiamo detto unanimamente che un approccio europeo alla crisi migratoria è necessario e che un approccio nazionale non è raccomandato”.
“Ora ho speranza, dopo aver visto che tutti i Paesi membri hanno adottato questo approccio, che faremo progressi sulle decisioni già prese mesi fa. Tutti gli Stati membri hanno riconfermato il proprio impegno sui ricollocamenti“, ha detto il presidente della Commissione Europea.
Dalle conclusioni del vertice emerge come sia passata la linea dura dei “respingimenti alle frontiere esterne dei cittadini di Paesi terzi che non soddisfano le condizioni d’ingresso o che non hanno presentato domanda d’asilo sebbene ne abbiano avuto la possibilità”.
Bruxelles ha infatti definito “illegali” le misure sui tetti giornalieri sull’accoglienza e sul transito dei richiedenti asilo. Il cancelliere austriaco Werner Faymann, malgrado le critiche, ha assicurato che il suo Paese sarebbe andato avanti nell’applicazione delle misure annunciate.