Il presidente iraniano Hassan Rouhani è tornato a parlare in merito alla vicenda delle statue coperte bollandola come “una questione giornalistica”. “Non ci sono stati contatti a questo proposito – ha continuato Rouhani – posso dire solo che gli italiani sono molto ospitali, cercano di fare di tutto per mettere a proprio agio gli ospiti, e li ringrazio per questo”.
Molte sono state infatti le polemiche che si sono scatenate dopo che sono state coperte con pannelli le statue nude esposte in Campidoglio.
Un “scelta incomprensibile” anche per il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, la decisione adottata in occasione della visita a Roma del presidente iraniano. “Io penso che ci sarebbero stati facilmente altri modi per non andare contro la sensibilità di un ospite straniero così importante”. Poi ha chiarito che “Né il sottoscritto né il presidente del Consiglio erano stati informati di quella scelta”.
In conferenza stampa infine Rouhani ha tracciato il bilancio della sua permanenza italiana toccando anche temi come i rapporti con gli Usa, la fine delle sanzioni, la lotta al terrorismo.
Il segretario generale di Palazzo Chigi Paolo Aquilanti, intanto, ha avviato una indagine interna per poter accertare le responsabilità e fornire, con la massima sollecitudine, tutti i chiarimenti necessari relativi alla organizzazione presso i Musei Capitolini della visita in Italia del presidente iraniano.
Coprire le statue “è come dire ai propri consanguinei: io non vi conosco”. Con queste parole la Bild si scaglia contro la decisione di Roma di coprire le opere d’arte. “Siamo tornati nel 1546?”, si legge sul tabloid, che ricorda la censura cattolica subita da Michelangelo. Sul caso si è espressa buona parte della stampa tedesca, definendo l’iniziativa “inutile e sbagliata”.
(Immagine di repertorio)