Anche se qualcosa sta cambiando, l’Italia ancora fra le ultime in Europa nell’indice di percezione della corruzione nel settore pubblico e politico. È quanto emerso nell’ultimo rapporto relativo al Cpi, redatto dal Transparency International. Sessantunesima nel mondo, l’Italia a livello europeo è seguita solo dalla Bulgaria.
L’indice di percezione della corruzione di Transparency International offre la misurazione nel settore pubblico e politico di 168 Paesi nel mondo.
A livello di G20 l’Italia si piazza al decimo posto, dopo Canada, Germania, Regno Unito, Australia, Stati Uniti, Giappone, Francia, Corea del Sud e Arabia Saudita. Nell’Unione europea, invece, a guidare la classifica dei Paesi con l’indice di percezione della corruzione più basso sono Danimarca, Finlandia e Svezia.
In generale a livello mondiale il dossier sottolinea il crollo del Brasile, duramente colpito dal “caso Petrobras”, che ha perso 5 punti scivolando dal 69esimo posto al 76esimo. Al vertice e in coda alla classifica la situazione rimane pressoché invariata: Afghanistan, Somalia e Corea del Nord si confermano anche quest`anno come i Paesi più opachi, mentre la Danimarca è nuovamente campione di trasparenza.
I risultati della ventunesima edizione sono stati presentati a Roma alla sede di Unioncamere da Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, e Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere.