L’autopsia sul cadavere di Ashley Olsen, la donna americana di 35 anni trovata morta sabato scorso nel suo appartamento di via Santa Monica, nel quartiere fiorentino di Santo Spirito, ha confermato il decesso per strangolamento. Ma non è stata strangolata a mani nude ma usando un laccio o una corda.
Sul cadavere sono stati eseguiti i prelievi per l’esame tossicologico e i tamponi per accertare se prima della morte ci sia stato un rapporto sessuale. Tutti i prelievi serviranno anche per un’eventuale estrazione del Dna da confrontare poi con il presunto assassino.
Il lavoro degli agenti della Squadra mobile, guidata da Giacinto Profazio, si sta concentrando sugli ultimi incontri di Ashley, avvenuti nella notte tra giovedì e venerdì, quando in compagnia di due amiche ha trascorso le sue ultime ore di vita al night club ‘Montecarla’ in via del Bardi, in pieno centro storico, prima di rincasare. Si stanno analizzando anche le immagini di una decina di telecamere di videosorveglianza piazzate intorno al monolocale di Ashley. Si spera che in quei filmati ci possa essere il volto dell’assassino.
Resta poi il mistero del cellulare di Ashley, che risulta introvabile. Il cellulare non è saltato fuori durante la perquisizione dell’appartamento e risulta staccato da venerdì mattina. Si tratta di capire se è stato perso dalla proprietaria o se è stato rubato dall’assassino.
Le indagini sono coordinate dal procuratore capo Giuseppe Creazzo che si avvale della collaborazione dei pm Luca Turco e Giovanni Solinas.