Il Partido Popular del premier uscente Mariano Rajoy vince le elezioni ma non può esultare: ha conquistato il 28,72% dei voti e 123 seggi. In pratica ha preso 64 deputati e di conseguenza anche la maggioranza assoluta. Al secondo posto il Psoe di Pedro Sachez con il 22,01% e 91 deputati: anche in questo caso c’è una perdita di 20 deputati rispetto alla situazione precedente. Podemos, il partito di Pablo Iglesias, conquista il terzo posto (oltre il 20%) e 69 deputati. Quarto il partito Ciudadanos di Albert Rivera con il 13,93% e 40 deputati.
Questi i numeri definitivi emersi alla fine dello spoglio in piena notte.
Come previsto alla vigilia si infrange nettamente la logica bipolare perchè la nascita (e il successo) di Podemos e Ciudadanos obbligheranno il varo di una coalizione che non appare per nulla semplice. Le dichiarazioni notturne sono la conferma della delicata situazione in cui si trova il Paese. Rajoy, che avrà il compito di formare il Governo, parla giù di “una tappa non facile” e che “bisognerà parlare molto”. Si potrebbe profilare una clamorosa alleanza tra Pp e Psoe (una sorta di grossa coalizione alla tedesca) per tenere in minoranza i due nuovi partiti che hanno di fatto rivoluzionato il voto. In ogni caso il significato politico del voto è dirompente e non può essere sottovalutato.
Iglesias, leader di Podemos, ha già parlato di una “nuova Spagna” sottolineando lo straordinario successo elettorale ottenuto dal suo partito. Complessivamente Podemos e Ciudadanos dispongono di 109 deputati su 350. “È tempo di compromesso storico” ha continuato Iglesias. “È l’ora degli statisti” ha aggiunto, precisando che bisogna aprire un “processo di transizione che porti a un compromesso storico nel nostro Paese”.
Rajoy ha dichiarato che “inizia una tappa non facile”. Il Psoe di Pedro Sanchez intanto ha annunciato che non appoggerà l’investitura a capo del governo di Rajoy. Il leader di Podemos, Iglesias: “Per la Spagna è tempo di compromesso storico”.