Licio Gelli era nato a Pistoia il 21 aprile del 1919 ed è noto alla cronaca per aver ideato ed essere stato a capo della Propaganda Due (P2), la loggia massonica segreta a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, alla quale aderirono volti noti del panorama italiano.
È stato un imprenditore, noto come maestro venerabile. Fu condannato anche per depistaggio delle indagini della strage di Bologna del 1980.
Il 10 giugno 1940 Mussolini annuncia l’entrata in guerra al fianco della Germania e a Gelli viene affidato un incarico: ispettore per l’organizzazione dei Fasci di combattimento a Càttaro, un paesino del Montenegro che controlla un tratto di costa di importanza strategica. Nel 1942 si sarebbe impadronito di una parte del tesoro della Banca nazionale serba.
Al termine della guerra Gelli ‘scopre’ la massoneria, che, in parte, si sostituirà alla sua fede fascista. Dopo aver riacquistato la libertà, negli anni ’50 dirige una fabbrica di materassi Permaflex.
Nel 1959 entra ufficialmente nella massoneria e crea il ‘Raggruppamento Gelli’. l Gran Maestro Giordano Gamberini gli affida il compito di rivitalizzare una loggia ‘coperta’ (segreta) fondata nel 1895 col nome di ‘Propaganda’. E nel 1971, nasce ufficialmente la loggia Propaganda 2 (P2), aperta a quelle personalità che non vogliono in alcun modo rendere nota la loro appartenenza alla massoneria.
Il progetto completo di Gelli voleva conquistare il potere attraverso il controllo della stampa, dei partiti e della magistratura, il dominio della televisione pubblica e l’avvio di una rete di televisioni private. E così Gelli avvicinò uomini al vertice della finanza italiana: il banchiere Michele Sindona e il presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi.
Per la strage alla stazione bolognese, Licio Gelli è stato condannato per depistaggio. Si parlò anche del possibile ruolo dell’organizzazione clandestina anticomunista Gladio, di cui Gelli fu uno degli artefici.
Il 17 marzo 1981, in uno dei suoi uffici, indagando sul presunto rapimento di Sindona, i magistrati sequestrarono un elenco alfabetico di 962 iscritti alla loggia P2, che la presidenza del Consiglio rese pubblico il 21 maggio di quell’anno. Nella lista c’erano giornalisti, imprenditori, banchieri, sottosegretari, alti ufficiali della Finanza e dei Carabinieri e persino ministri. Dopo il sequestro Gelli scappò. Un anno dopo evase dal carcere svizzero di Champ-Dollon e nel 1987 si costituì.
Nel 1984, la commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2 definiva la lista ‘attendibile’ e che la P2 era “un’organizzazione che aspirava non alla conquista del potere nelle sedi istituzionali, ma al controllo di esse in forma surrettizia […]. Gelli era il punto di collegamento fra la piramide superiore, nella quale vengono identificate le finalità ultime, e quella inferiore, dove esse trovano pratica attuazione”.
La P2 fu sciolta con la legge n° 17 del 1982, che rese anche illegali in Italia la costituzione di logge segrete.
Muore nella notte tra il 15 e il 16 dicembre di quest’anno.