Enrico Letta bacchetta Matteo Renzi e lo accusa di aver usato due pesi e due misure nel caso di Maurizio Lupi (ex ministro alle Infrastrutture) e in quello di Maria Elena Boschi. Non si è fatta attendere la replica del premier che ha rispedito le accuse al mittente.
“Se fossi in Parlamento io oggi voterei convintamente contro la mozione di sfiducia – ha detto ospite di ‘DiMartedì’ – e voterei quindi per evitare le dimissioni del ministro Boschi, non ho nessun dubbio”. Certo, “non ho nemmeno nessun dubbio sul fatto che Matteo Renzi abbia cambiato idea rispetto al passato”. Letta ha quindi puntato il dito contro la “moralità a intermittenza” del premier. “Io penso invece che bisogna essere lineari”, ha concluso.
Il presidente del Consiglio ha risposto in un’intervista rilasciata a Rtl: “Lupi si è dimesso perché ha ritenuto di non poter continuare ed io lo apprezzo – ha detto il premier -. Qui il tema è se per la Boschi c’è il conflitto di interessi e per noi non c’è”. Quanto alla mozione di sfiducia, ha aggiunto: “Noi volevano votare subito, ma andremo alla settimana prossima”.
Poi ha rincarato la dose: “Per il governo è ora di passare al contrattacco”, ha aggiunto Renzi. “È l’ennesimo tentativo di trasformare il dibattito parlamentare in uno show”, ha sottolineato. “Non accettiamo lezioni di trasparenza da nessuno”, ha ribadito il premier. “La commissione d’inchiesta – ha affermato – chiarirà le responsabilità degli ultimi 10 anni. Noi non c’eravamo mentre ci sono partiti che si sono fatte le banche, ci sono state realtà pazzesche. Noi abbiamo deciso meno poltrone, meno Cda, non guardiamo in faccia nessuno”.
Renzi poi ha infine difeso il decreto “salva-banche”: “Bisognerebbe fare un monumento a chi ha pensato al decreto”. “C’è un problema grave e significativo su 4 istituti – ha aggiunto -, noi abbiamo risolto al 99 per cento e lo dico pensando al numero dei correntisti salvati. Ma il punto è che qualcuno è stato fregato, e chi ha truffato pagherà”.