Avrebbe perso oltre 100mila euro investiti in obbligazioni subordinate della banca Etruria con sede ad Arezzo e così il 28 novembre scorso ha deciso di togliersi la vita. La sua banca, che era una delle 4 che vengono ‘soccorse’ dal decreto Salva Banche, è fallita.
L’uomo, Luigino D’Angelo, un 68enne di Civitavecchia, ha deciso di farla finita impiccandosi alla scala della sua villetta. Le sue ultime parole, per spiegare il gesto, le ha lasciate scritte su un bigliettino, ritrovato dalla moglie accanto al corpo senza vita del marito.
Della tragedia, si sono interessate anche le associazioni di consumatori Adusbef e Federconsumatori che hanno espresso le condoglianze per la tragedia che ha colpito “un risparmiatore di Civitavecchia che si è suicidato dopo aver appreso di aver perso i risparmi di una vita investiti nella Banca Popolare dell’Etruria e Lazio, oggetto dell’esproprio criminale del risparmio anticipato del bail-in”.
Il pubblico ministero Alessandra D’Amore ha così deciso di procedere contro ignoti per istigazione al suicidio del pensionato. È stata già acquisita agli atti la lettera in cui l’anziano ha spiegato le ragioni del suo gesto. Duramente provata la moglie Lidia: “Se andrò avanti? Se ce la farò, sì. Io non posso dare consigli a nessuno, semmai ne avrei bisogno io”.
Intanto continua la disputa tra Bruxelles e Roma sul “Salva banche” continua. Secondo il commissario Ue ai servizi finanziari Jonathan Hill infatti “le quattro banche salvate dall’Italia, CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche e Banca Etruria, vendevano alla gente prodotti inadatti”. La Ue inoltre ha chiesto a Roma di applicare integralmente la direttiva sui sistemi di garanzia dei depositi bancari, prima del deferimento alla Corte di giustizia Ue. La replica del premier Renzi.