Spese di rappresentanza e scontrini sospetti, per il sindaco uscente di Roma Ignazio Marino è giunto il momento di fare chiarezza. Difficile revocare le dimissioni in seguito agli esposti presentati dalle opposizioni, ma la verità c’è ancora tempo: “Gli esposti presentati contro di me sono vergognosi, scritti da persone in malafede o ignoranti”.
Nella sala della Protomoteca in Campidoglio regna un rispettoso silenzio: “Gli scontrini riferiti alla tintoria non riguardano il lavaggio dei miei vestiti ma di quelli storici del Campidoglio – spiega . Non ho mai utilizzato denaro pubblico per miei fini personali, semmai il contrario: a volte ho usato il mio denaro personale per fini pubblici”.
Le quattro ore trascorse ieri in procura? Il sindaco ha ribadito di non essere indagato ma di essere stato ascoltato dai pm come persona informata sui fatti: “Mi sono dimesso da sindaco per un estremo rispetto dell’autorità giudiziaria, dinanzi alla quale volevo presentarmi da dimissionario, per spiegare i fatti relativi agli esposti che mi riguardano”.
“Non ha mai chiesto quella carta né l’aumento del massimale di spesa – ha detto il suo legale Enzo Musco – non ha mai cenato con la moglie nei ristoranti indicati dai documenti contabili né ha mai usato denaro pubblico per fini diversi da quelli istituzionali. Le firme sui giustificativi di spesa non sono le sue”.
Musco ha poi aggiunto: “Chi di voi ricorda con chi è stato a cena anni fa? Noi abbiamo dato una giustificazione per quanto possibile alle spese sostenute. Ci siamo difesi su tutti i fronti, soprattutto sulla questione degli scontrini, non accusando nessuno, perché non c’era nessuno da accusare”.
“Abbiamo semmai descritto davanti al magistrato il modo di operare della burocrazia romana rispetto agli scontrini che il sindaco portava il giorno successivo alla cena di impegno istituzionale, al Comune prosegue il legale Musco – Coloro i quali registravano gli scontrini non commettevano nessun tipo di falsità“.
Questo “perché non facevano altro che seguire una prassi che il Comune di Roma segue da tanto tempo, convalidata anche dal regolamento Anci, in merito alla restituzione dei rimborsi per l’attività svolta“, ha poi aggiunto l’avvocato di Ignazio Marino.
Il mio futuro? “Come ho scritto nella lettera di dimissioni del 12 ottobre alla presidente dell’Assemblea Capitolina Valeria Baglio e come prevede la legge, ho preso 20 giorni di tempo per riflettere – ha ribadito Marino – Se ho scritto che volevo prendere tempo per valutare, significa che lo pensavo e lo penso”.