Il Senato ha approvato la riforma costituzionale. I sì sono stati 179, i no 16, 7 gli astenuti. Le opposizioni hanno disertato il voto finale: alla fine dell’intervento contro il ddl Boschi di Roberto Calderoli, i senatori della Lega hanno lasciato l’Aula di Palazzo Madama con il volume dell’attuale Costituzione in mano. Calderoli aveva in mano anche una bottiglietta di olio di ricino: “Questo è il nostro futuro”, ha detto. E non appena l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha cominciato a parlare, tutti i senatori del M5S sono usciti lasciando i banchi deserti. Hanno abbandonato i loro posti anche numerosi esponenti di Forza Italia.
Esulta il premier Matteo Renzi e lo fa tramite il suo profilo Twitter
Grazie a chi continua a inseguire il sogno di un’Italia più semplice e più forte: le riforme servono a questo #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 13 Ottobre 2015
Stesso mezzo e medesima soddisfazione per il ministro Elena Boschi
Semplicemente una bellissima giornata. Per noi ma soprattutto per l’Italia. Grazie a chi ci ha sempre creduto. È proprio #lavoltabuona
— maria elena boschi (@meb) 13 Ottobre 2015
Dopo il via libera del Senato, il testo passerà subito alla Camera che, secondo le intese nella maggioranza, dovrebbe semplicemente confermarlo senza apportare alcuna modifica: tutto ciò entro Natale.
Come prevede l’articolo 138 della Carta per le modifiche costituzionali, il ddl Boschi sarà nuovamente sottoposto al Senato e alla Camera ad una seconda e definitiva approvazione. Non sono previsti emendamenti, ma solo un “sì” o un “no” agli articoli e alla legge (con dei passaggi parlamentari più snelli e rapidi che dovrebbero concludersi entro primavera 2016), così da tenere il referendum confermativo nell’autunno.
Solo allora la riforma entrerà in vigore, e sarà attuata poi al momento dello scioglimento delle Camere, che Matteo Renzi dice debba essere a scadenza naturale, nella primavera 2018.
Nella seconda lettura in Senato e alla Camera occorrerà la maggioranza assoluta, quindi 161 voti in Senato e 316 alla Camera, mentre oggi la maggioranza semplice.