L’Aula del Senato ha approvato definitivamente con 169 sì, 45 no e 4 astenuti l’articolo 27 del ddl sulle riforme costituzionali. La Lega, per protesta, ha abbandonato i lavori. Il governo ha riformulato un emendamento del senatore del Pd Francesco Russo che amplia la possibilità di devoluzione di poteri dallo Stato alle Regioni.
Precedentemente era passato l’articolo 12 con 168 sì, 103 no e 4 astenuti. L’articolo 12 riscrive l’articolo 72 della Costituzione disciplinando l’iter di un progetto di legge nella sorta di nuovo bicameralismo che si sta delineando. Approvato, subito dopo, anche l’articolo 13 che disciplina la promulgazione delle leggi. In mattinata hanno avuto luogo due voti segreti per altrettanti emendamenti.
Approvato anche l’articolo 14 con 169 si, 111 no e 5 astenuti. La disposizione modifica l’art. 74 della Costituzione e stabilisce che il Presidente della Repubblica, prima di promulgare una legge approvata dal Parlamento, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione. Qualora la richiesta riguardi la legge di conversione di un decreto adottato a norma dell’articolo 77, il termine per la conversione in legge è differito di trenta giorni.
Ok per l’articolo 16 sulla decurtazione d’urgenza che è stato approvato con 166 sì.
Se la legge o le specifiche disposizioni della legge sono nuovamente approvate, questa deve essere promulgata. La modifica introdotta dalla Camera rispetto al primo testo del Senato e che ora ha avuto il via libera prevede che “se la legge è nuovamente approvata, questa deve essere promulgata”.
E mentre il governo, con il sottosegretario Luciano Pizzetti, si è rimesso all’Aula, le opposizioni hanno espresso l’intenzione di scrivere una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché intervenga sul tema delle riforme costituzionali.
“Dobbiamo rilevare il venir meno del ruolo di arbitro super partes del Presidente del Senato”. Questo si legge nella bozza della lettera che i gruppi di opposizione del Senato (M5s, Lega, FI e Sel) vorrebbero inviare a Mattarella.
La lettera sarà messa a punto dopo la riunione dei gruppi. Nel documento si dice che Grasso “esprimendosi costantemente a favore delle istanze della maggioranza, ha portato a gravi violazioni del regolamento in merito alla presentazione e votazione degli emendamenti, in particolar modo di quelli sottoposti a voto segreto sulla delicata materia delle minoranze linguistiche, pregiudicando così la corretta gestione dell’Aula”.
Intanto il senatore Vincenzo D’Anna ha annunciato: “Entrerò in sciopero della fame da lunedì”. L’iniziativa del portavoce del gruppo Ala arriva a seguito della sospensione ricevuta per gesti sessisti in Aula al Senato. E aggiunge che lo porterà avanti “fino a quando non avrò avuto soddisfazione e non mi sarà resa giustizia”.