L’Italia sarà presto operativa sui cieli iracheni nella lotta contro l’Isis. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, i Tornado bombarderanno i siti dello Stato Islamico in Iraq in linea con le nuove regole di ingaggio nella coalizione guidata dagli Usa contro il terrorismo islamico.
Ma il raggio d’azione dei nostri raid non si allargherà sino in Siria dove attualmente è operativa la Francia. Per l’Italia è risultata determinante la richiesta avanzata dal governo iracheno di intervenire a supporto del contrasto armato all’Isis. Situazione ben diversa da quella siriana, dove la richiesta di raid aerei è pervenuta solamente alla Russia.
“Le azioni di bombardamento dei caccia italiani in Iraq sono solo ipotesi da valutare assieme agli alleati e non decisioni prese che, in ogni caso, dovranno passare dal Parlamento”, ha però puntualizzato il ministero della Difesa sulle “indiscrezioni di stampa” circolate in mattinata.
Ad oggi l’Italia si è limitata a fornire armi ai combattenti curdi ed ad inviare Tornado utilizzati per la ricognizione e l’illuminazione degli obiettivi. L’intervento sarebbe un passo importante destinato sicuramente ad alimentare i dubbi di parte dell’opinione pubblica non interventista. I rischi di ritorsioni terroristiche sul territorio italiano potrebbero aumentare.
Intanto otto jet F-16 turchi che stavano pattugliando il confine con la Siria si sono trovati per 4 minuti e 15 secondi nel mirino di radar dei sistemi missilistici di Damasco e per 4 minuti e mezzo in quello di caccia MiG-29 di provenienza ignota. Lo ha riferito l’esercito di Ankara.
L’episodio segue uno analogo avvenuto domenica, quando due jet da combattimento F-16 turchi si sono trovati per 5 minuti e 40 secondi nel mirino del radar di un caccia MiG-29 di provenienza non identificata durante un volo di pattugliamento alla frontiera con la Siria.
Per Ankara, inoltre, tra sabato e domenica jet russi hanno violato lo spazio aereo turco al confine con la Siria per ben due volte. E la Nato ha definito gli episodi “una seria violazione” e “non un incidente”, come invece ha sostenuto da Mosca a proposito del primo sconfinamento nei cieli turchi.