La Croazia ha deciso di aprire un corridoio per i profughi che vogliono raggiungere il Nord Europa. Stando ai media croati, al confine croato-ungherese, tra i villaggi di Baranjsko Petrovo Selo in Croazia e Beremend, in Ungheria, stanno giungendo autobus croati con a bordo migranti che vengono poi lasciati passare in Ungheria.
E intanto l’Ungheria ha richiamato i riservisti per “gestire la situazione dell’immigrazione di massa” Lo riportano i media ungheresi.
La Croazia non impedirà a nessuno di entrare, ma neanche di uscire, dal Paese. È questa, infatti, la posizione di Zagabria, espressa dal premier, Zoran Milanovic: “Il confine non può essere sigillato e tutta questa gente non la si può trattenere “.
Nelle ultime 48 ore, sono 14.000 i migranti entrati in Croazia dalla Serbia e, secondo le autorità, altri continuano ad affluire – nonostante la chiusura di quasi tutti i valichi di confine decisa stanotte – passando per campi e boschi. Il punto più critico è il valico di Tovarnik, dove dalla Serbia sono passati 8.000 migranti, mentre un primo flusso è arrivato anche più a nord, a Batina, dove stanno confluendo i migranti che negli ultimi giorni hanno trovato chiuso il confine ungherese.
Questi comunque non vengono respinti. La maggior parte dei profughi viene trasportata in vari centri di accoglienza, che però i più abbandonano dopo una o due notti. “L’importante però – ha puntualizzato il premier – è che i profughi non si fermino, poiché la Croazia ha disponibilità molto limitate in fatto di accoglienza. Voi siete benvenuti in Croazia e potete attraversare il nostro Paese – ha detto, rivolgendosi a loro. – Ma per favore non vi fermate, non perché non vi vogliamo ma perché la Croazia non è la vostra destinazione finale”.
Ed è arrivato anche l’attacco del ministro degli esteri italiano, Paolo Gentiloni, nei confronti dell’Ungheria: “Concordo con tutti coloro che vedono la decisione del governo ungherese non in linea con i principi dell’Unione Europea. Non si può solo prendere il buono – fondi strutturali, mercato libero, libertà di circolazione dei lavoratori – e allo stesso tempo rifiutare sprezzantemente i principi dell’Unione. Nelle prossime settimane dobbiamo trovare una via per mettere in pratica questo messaggio con decisioni chiare a livello dell’Ue”, ha detto il ministro in un’intervista a Der Standard.