Nuovo assalto dei migranti ai treni nella stazione di Budapest che non più presidiata dalla polizia. Le ferrovie hanno comunicato che non ci sono convogli che vanno verso l’Europa occidentale per ragioni di sicurezza “del trasporto ferroviario”.
Tafferugli con la polizia ungherese sono scoppiati a Bicske (a ovest di Budapest) dove le autorità hanno fermato un treno carico di profughi. Lo riferisce la Bbc. La polizia ha cercato di far scendere i migranti dal treno, ma questi ultimi hanno rifiutato.
Intanto, almeno duemila migranti e rifugiati hanno trascorso la seconda notte accampati davanti alla stazione ferroviaria Keleti di Budapest. Per tutta la giornata di ieri, la polizia ungherese ha impedito che salissero sui treni diretti in Austria e in Germania, pur essendo muniti di biglietto.
I più fortunati hanno una tenda in cui riposare. I siriani sono gli unici ad avere la certezza di proseguire il viaggio. I cosidetti “migranti economici” rischiano invece di essere rimandati indietro.
Quella dell’immigrazione “non è solo un’emergenza, continuerà a lungo. Serviranno mesi e richiede un approccio europeo”. Lo dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi in una conferenza stampa con il premier maltese Joseph Muscat a Firenze. Renzi ha poi parlato del bimbo siriano morto la cui foto shock ha scosso il mondo: “Le immagini che vediamo stringono il cuore e strapazzano l’anima. Lo dico da padre. L’Europa non può perdere la faccia”.
Intanto, il presidente del consiglio Ue Donald Tusk ha dichiarato che “Una giusta ridistribuzione di 100mila profughi è ciò di cui abbiamo bisogno” in Europa, affinché “solidarietà non “suoni come un vuoto slogan”.
“I leader europei hanno dimostrato chiaramente di non essere in grado, di non avere la capacità di gestire la situazione”, ha detto il premier ungherese Viktor Orban dopo aver incontrato il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz.
“È noto che tocca ai singoli Paesi controllare le frontiere esterne. E questo sta facendo l’Ungheria”. “Detto tra noi – ha proseguito Orban – il problema non è europeo, è un problema tedesco. Tutti vogliono andare in Germania. Nessuno vuole restare in Ungheria, Slovacchia o Estonia. Vogliono andare tutti in Germania”.
Nell’elaborare la proposta per un meccanismo di ricollocamenti intra-Ue permanente, da attivare in situazioni di crisi, secondo quote obbligatorie, la Commissione Ue sta ragionando sulla possibilità di prevedere l’opt-out per i Paesi che non vogliono partecipare, ma accompagnato da sanzioni. Lo riferiscono fonti europee che parlano di una proposta di 120mila ricollocamenti in aggiunta ai 40mila già pianificati per Italia e Grecia.
Francois Hollande e Angela Merkel “hanno deciso di trasmettere fin da subito proposte comuni per organizzare l’accoglienza di rifugiati e una ripartizione equa in Europa”. Lo ha reso noto l’Eliseo dopo che il presidente francese e la cancelliera tedesca si sono sentiti al telefono per discutere sulla gestione dell’emergenza migranti.
Nel frattempo, la polizia ceca non scriverà più i numeri sulle braccia dei migranti. Lo ha comunicato una portavoce precisando che la pratica, adottata in una situazione caotica, serviva ad evitare che i bambini fossero separati dalle madri. I numeri verranno ora scritti su una fascia messa al polso.