È un’ecatombe quella che riguarda gli immigrati morti nelle varie parti d’Europa, chi per mare, chi chiuso nelle stive dei barconi, chi soffocato all’interno di camion.
Un’emorragia senza fine che non è destinata a fermarsi. L’ultima tragedia, in ordine di tempo, riguarda i due barconi naufragati nella notte al largo delle coste libiche occidentali che hanno provocato la morte di almeno 200 persone.
I cadaveri sono stati individuati dalla Guardia costiera libica davanti alle coste di Zuwara. Quaranta corpi erano nella stiva di una delle imbarcazioni arenata su una spiaggia, mentre altri 160 galleggiavano in mare.
La Libia ha recuperato 82 cadaveri. Lo ha riferito oggi un funzionario della Mezzaluna rossa ma risulterebbero disperse ancora 100 persone.
L’ultima tragedia ha spinto centinaia di residenti di Zuwara a manifestare nella notte contro gli scafisti e il traffico di esseri umani. Lo ha riferito Mohsen Ftis, rappresentante in loco di Medici senza Frontiere (Msf) al Guardian: “Quello che ho visto ieri notte è incredibile. Non ci sono parole per descriverlo. Avevo davanti a me i cadaveri di 40 persone, compresi bambini e donne”. I residenti della città, “sono scesi in strada, gridavano che tutto ciò non è umano”.
Stamattina, intanto, nel porto di Reggio Calabria è giunta la motonave “Fiorillo” della Guardia Costiera con a bordo 250 migranti. A bordo anche quattro cadaveri, tre donne e un uomo. Quest’ultimo è morto per annegamento poco prima che iniziassero le operazioni di soccorso nel canale di Sicilia. Le tre donne, invece, sono morte per le esalazioni di benzina. Sul corpo presentano anche gravi ustioni. I migranti, tra cui 7 minori e 23 donne di cui una incinta, sono di varie nazionalità. Il pm di turno ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla morte dei 4 migranti. I 250 trasportati dalla Fiorillo sono stati soccorsi nei giorni scorsi in due distinte operazioni.