Dopo le polemiche delle ultime ore, il comandante della Polizia Municipale di Roma Capitale, Raffaele Clemente, in una lunga nota spiega come i vigili siano intervenuti solo per garantire la sicurezza del traffico.
Il corteo funebre di Vittorio Casamonica era costituito “da un carro con cavalli, nove furgoni con corone di fiori e almeno 250 auto. Ieri mattina alle 10.00 il gruppo Tuscolano – spiega – ha ricevuto la comunicazione di un grande ingorgo sulla via Tuscolana, fuori dal raccordo anulare ma in direzione centro città. A quel punto la sala operativa ha inviato una pattuglia per verificare le ragioni del blocco della circolazione. Gli agenti intervenuti hanno scoperto, in quel momento, che l’intralcio era dovuto alla presenza di un corteo funebre costituito da un carro con cavalli, nove furgoni con corone di fiori e almeno 250 auto. Tutte al seguito del carro. Ciò avveniva all’altezza dello svincolo tra la via Tuscolana e il raccordo anulare. Per impedire che il blocco del traffico si estendesse anche al raccordo – sostiene Clemente – i vigili hanno fatto accostare il corteo e regolato il tratto di carreggiata per far defluire la circolazione che nel frattempo si era intasata alle spalle della processione. Lo stesso corteo è stato quindi allontanato dalla via Tuscolana per evitare che si creassero ulteriori disagi in una zona della città densamente abitata e trafficata, facendolo transitare per piazza Quinto Curzio. Contemporaneamente, sono intervenute altre tre pattuglie in piazza don Bosco per impedire che le numerose auto che nel frattempo erano già convenute per la cerimonia funebre, bloccassero la circolazione e le linee di trasporto pubblico. Pertanto – sottolinea il Comandante – l’attività della Polizia Locale di Roma Capitale nella vicenda del funerale di Vittorio Casamonica si è limitata alla sola garanzia della sicurezza della circolazione”.
“In questo frangente, insieme ad Ama, gli agenti si sono preoccupati di sollecitare la pulizia della sede stradale ingombrata dai fiori lanciati dai partecipanti al corteo, che potevano mettere a repentaglio l’incolumità dei cittadini, specie di quanti si muovono sulle due ruote. Tutte queste informazioni sono contenute in una nota al prefetto di Roma, Franco Gabrielli, – conclude Clemente – nell’ambito di una inchiesta che lui stesso ha attivato presso tutte le Forze di Polizia”.