Retrocessione in Lega Pro e 12 punti di penalizzazione da scontare nella prossima stagione: è questa per il Catania la sentenza del Tribunale federale nazionale nel processo sportivo di primo grado sulla vicenda delle partite comprate dall’ex presidente Antonino Pulvirenti in chiusura dello scorso campionato di Serie B.
Per il club etneo si tratta di un verdetto peggiorativo, visto che il procuratore federale Palazzi aveva chiesto per i siciliani la retrocessione in Lega Pro e 5 punti di penalizzazione sulla base dell’articolo 24 del codice di giustizia sportiva, in virtù della collaborazione fornita da Pulvirenti.
Il Catania ha fatto sapere che presenterà ricorso alla Corte Federale di Appello contro la decisione del Tribunale Federale Nazionale-Sezione Disciplinare: “Riteniamo la sanzione troppo gravosa“, ha detto Edoardo Chiacchio, legale del club rossazzurro.
Il presidente del Tribunale nazionale della Figc, Sergio Artico, ha motivato così la sentenza: “Il linguaggio criptico utilizzato appare sintomatico di comportamenti e modalità tipiche della criminalità organizzata – ha detto – di quel ‘mondo di mezzo’ che mai avrebbe dovuto penetrare e contaminare l’ambiente dello sport che, giova ribadirlo, fonda la sua stessa esistenza sui valori della probità e della correttezza”.
“Nonostante il ripetersi ciclico di fatti di illecito sportivo, mai così tanto il sistema è apparso vulnerabile“, ha aggiunto il presidente Artico, che ha citato in particolare una conversazione “davvero indicativa della potenzialità illecita del fenomeno, nella quale Pulvirenti afferma che ‘vincerà il prossimo campionato di serie B in quanto ha inquadrato come funziona’ “.
La confessione di Pulvirenti merita “apprezzamento sul piano del comportamento processuale” e la concessione dell’attenuante per la collaborazione fattiva fornita, ma “i fatti restano di estrema gravità” e destano un “forte allarme sociale”.
Al Catania è stata inoltre comminata un’ammenda di 150mila euro. Cinque anni di inibizione e multa di 300mila euro, invece, all’ex presidente del club etneo Pulvirenti.
L’ex ad dei siciliani, Pablo Cosentino, è stato punito con l’inibizione di 4 anni e un’ammenda di 50mila euro, mentre per Piero Di Luzio è scattata l’inibizione di 5 anni più preclusione, accompagnata da un’ammenda di 150mila euro.
Il Tribunale federale nazionale ha poi disposto la retrocessione in serie D senza punti di penalizzazione per Teramo e Savona. Le due squadre erano accusate dalla procura federale di aver “combinato” l’ultima partita dello scorso campionato di Lega Pro: vincendo a Savona, gli abruzzesi ottennero la promozione in Serie B.
Ad entrambe le società è stata comminata un’ammenda di 30mila euro. I giudici hanno inoltre stabilito l’inibizione di 4 anni più un’ammenda di 100mila euro per il presidente del club abruzzese Luciano Campitelli e quello dei liguri, Aldo Dellepiane, per responsabilità diretta nella combine del match disputato lo scorso 2 maggio.
Il Brindisi è stato escluso dai campionati. Sanzionati con un punto di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato il Barletta Calcio, L’Aquila Calcio 1927 e la Luparense San Paolo Fc, coinvolte per responsabilità oggettiva. Prosciolta la Paganese Calcio 1926.
Si ‘salvano’ Vigor Lamezia e Torres, che rimangono in Lega Pro: la prima se la cava con una penalizzazione di 5 punti e un’ammenda di 25mila euro, la seconda con una penalità di 2 punti e 25mila euro di ammenda. Niente ripescaggio, dunque, per Messina e Pro Patria, che rimangono in Serie D.