È Ciro Grassi l’unico indagato per la morte della bracciante Paola Clemente, 43 anni e madre di tre figli, deceduta il 13 luglio ad Andria. È l’autista del bus che ha condotto la donna e gli altri braccianti nelle campagne per l’acinellatura dell’uva.
L’uomo ha anche organizzato la squadra di lavoro. La procura di Trani ipotizza i reati di omicidio colposo ed omissione di soccorso.
Grassi, a quanto si apprende, sarebbe stato anche colui che ha avvisato Stefano Arcuri, marito di Paola Clemente, che la moglie era stata colta da malore. La donna, da un paio di giorni prima del decesso, avvertiva dolori al collo a cui non aveva dato molta importanza perché ne soffriva da alcuni anni.
Alcune fonti precisano che l’iscrizione del nome di Grassi nel registro gli indagati è un atto dovuto in vista dell’autopsia che sarà compiuta il 21 agosto, dopo la riesumazione del corpo dell’operaia.
Intanto, oggi, sulla morte della donna e sulla situazione dei braccianti nella regione Puglia ha parlato il procuratore della Repubblica di Trani, Carlo Maria Capristo “Sul fenomeno del caporalato c’è un muro di gomma. La gente non collabora, preferisce guadagnare pochi spiccioli anziché collaborare alle nostre indagini finalizzate a debellare il fenomeno” e promette che l’indagine, affidata al pm Alessandro Pesce, “andrà a fondo e darà giustizia alla famiglia della vittima”.
Nell’ultimo mese nelle campagne pugliesi si sono registrate le morti sul lavoro di tre braccianti sulle quali sono in corso accertamenti. Ed è di ieri la notizia che un uomo è stato colpito da infarto nelle campagne del nord-barese mentre lavorava in una vigna, sotto un tendone, durante le operazioni di acinellatura. L’episodio è avvenuto circa dieci giorni fa ma la notizia si è appresa solo ieri.