Un altro duro colpo delle forze dell’ordine al clan dei Casalesi. I carabinieri del Ros hanno arrestato 13 persone componenti e favoreggiatori del noto clan camorristico Zagaria con le accuse di associazione di tipo mafioso, corruzione, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione e turbata libertà degli incanti.
L’inchiesta della Dda di Napoli riguarda fra l’altro un sistema di corruzione negli enti dei servizi idrici della Regione Campania e finanziamenti illeciti a politici. In manette è finito anche l‘ex sindaco Pdl di Caserta Pio Del Gaudio. In corso anche il sequestro preventivo di conti correnti per circa 11 milioni di euro.
Ma Del Gaudio sembra però non essere l’unico politico coinvolto nell’operazione. La Direzione distrettuale antimafia avrebbe infatti inviato una richiesta di arresto alla Camera nei confronti del deputato Fi Carlo Sarro, che è accusato di corruzione aggravata per aver agevolato un’organizzazione camorristica. “Ho appreso dalla stampa di essere destinatario di una misura cautelare ma nulla mi è stato notificato”. Ha poi detto il deputato di Forza Italia. “Non mi sono mai occupato di gare – ha aggiunto -. Mi sono dimesso dagli incarichi e mi dedicherò a riaffermare la verità”.
I provvedimenti richiesti dalla Dda riguardano anche gli ex consiglieri regionali Angelo Polverino e Tommaso Barbato, quest’ultimo candidato alle scorse elezioni regionali in Campania ma non eletto.
Secondo l’accusa Polverino, già coinvolto in numerose inchieste sui condizionamenti camorristici nella sanità casertana, avrebbe ricevuto dall’imprenditore edile Giuseppe Fontana, anch’egli arrestato stamani, 30mila euro per le Regionali del 2010 (fu poi eletto).
Del Gaudio, invece, avrebbe preso 20mila euro sempre da Fontana per le amministrative del 2011, poi vinte. In cambio Fontana avrebbe ottenuto la promessa di appalti.
I nomi degli altri arrestati sono: Orlando Fontana, Antonio Fontana, LucianoLicenza, Vincenzo Pellegrino, Bartolomeo Piccolo, Lorenzo Piccolo, Angelo Polverino, Alessandto Cervizzi, Carmine Lauritano, Francesco Martino.
Secondo quanto reso noto dalla Procura Distrettuale Antimafia, sono state svelate una serie di false denunce per patite estorsioni presentate da imprenditori locali contro il boss Michele Zagaria al fine di ottenere una rigenerazione di quegli impresari in odore di Camorra.
Sarebbe stato rilevato un diffuso sistema corruttivo all’interno degli Enti che gestiscono i servizi idrici della Regione Campania con tanto di elargizione di illeciti finanziamenti a esponenti politici locali.
In più, sembra anche accertata la dispersione di materiale informatico rinvenuto nel bunker di Zagaria il giorno della sua cattura ed il suo successivo passaggio di mano in favore di esponenti del clan.