Per la quarta volta nella storia, per il secondo anno consecutivo, il Siviglia vince l’Europa League. Una finale spettacolare, emozionante, più combattuta di quanto non ci si aspettasse contro un Dnipro ben messo in campo e sempre pericoloso. Un traguardo storico per il club spagnolo: mai nessuno era riuscito nell’impresa di conquistare quattro Europa League (ex Coppa Uefa). E l’anno prossimo i biancorossi prenderanno parte anche alla Champions.
“Coppa di latta”, “Champions dei poveri”? Sarà, ma il primo tempo del National Stadium di Varsavia è puro godimento. In barba alle attese, Dnipro e Siviglia giocano a viso aperto, con coraggio e qualità. Dopo soli 7′ gli ucraini passano in vantaggio grazie all’incornata di Kalinic sull’assist di Matheus, non proprio due titolarissimi che Markevych ha comunque voluto di buttare nella mischia dal 1′: intuizione geniale.
Il Siviglia, ovviamente, non ci sta e al 28′ riporta il punteggio in parità grazie alla giocata di Krychowiak sugli sviluppi di un corner. È una doccia fredda per gli ucraini, sino a quel momento in pieno controllo dei giochi. Trascorrono altri 3′ e i biancorossi trovano anche il raddoppio con Bacca: suggerimento in profondità di Reyes, dribbling su Boyko e pallone in rete.
La vera forza di questo Dnipro, però, è l’enorme carica agonistica dei suoi uomini migliori. Tra questi c’è sicuramente il numero 29 Rotan, autore di un punizione al 44′ che non lascia scampo ad un Rico forse non impeccabile. Nella ripresa gli ucraini partono a razzo, ma sono nuovamente gli spagnoli ad esultare. Bacca, letteralmente indiavolato, sfrutta a perfezione l’assist di Vitolo e trafigge Boyko senza pietà.
Nel finale grande paura Matheus che si accascia misteriosamente al suolo ammutolendo per qualche istante il pubblico del National Stadium. I sanitari lo portano fuori, poi la partita riprende con gli ucraini che restano in 10. Gli ultimi minuti non regalano più emozioni, fatta eccezione per un tentativo di Koke. Alla fine vince Emery, per la gioia del Milan che sogna un gran colpo per la panchina.