Le polemiche non si esauriscono ma intanto è stato fatto un passo avanti. L’Unione Europea ha dato il via libera al piano della missione contro i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, ma ci sono ancora discussioni sulla ridistribuzione dei profughi in arrivo in Europa. In attesa dell’approvazione di una risoluzione Onu che permetterebbe di operare sul territorio libico, i ministri degli Esteri e della Difesa dei Ventotto hanno raggiunto un’intesa politica sull’operazione, chiamata “Eunavfor Med”, che avrà sede a Roma e il cui comando è stato affidato all’ammiraglio Enrico Credendino. I costi comuni dell’operazione sono stimati in 11,82 milioni di euro per una fase di avviamento di due mesi, più un mandato iniziale di un anno.
L’approvazione del piano generale della missione permette di proseguire i preparativi operativi per lanciare l’operazione “nelle prossime settimane”, auspicabilmente “entro giugno”, in coincidenza con il prossimo Consiglio Esteri previsto il 22 giugno a Lussemburgo. Nel frattempo continuerà il lavoro al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per l’adozione di una risoluzione basata sul capitolo 7, cioè sul ricorso all’uso della forza.
L’Ue, ha spiegato Mogherini, sta anche cercando di lavorare “in partenariato con i libici” per operare nelle acque territoriali libiche, nell’ottica di risolvere “un problema europeo: si tratta non solo del confine dell’Italia, ma del confine dell’Europa”, ha sottolineato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti.
La Spagna e la Francia, hanno già dato la disponibilità a partecipare alla missione: una riunione dei capi di stato maggiore della difesa farà il punto sul personale e sui mezzi che i vari stati membri potrannom mettere in campo, assieme anche alla Nato che si è detta pronta ad assistere l’Ue nella missione anti-trafficanti. “Accogliamo con favore gli sforzi dell’Ue nel rispondere alla situazione con un’operazione contro i trafficanti e siamo pronti ad aiutare in caso di richiesta di assistenza”, ha affermato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha sottolineato che la missione sarà costituita “nell’ambito di un ombrello europeo”, ma “certamente la Nato può dare un contributo”.
Emergono invece perplessità sulla proposta della Commissione europea d’istituire delle quote per condividere l’accoglienza delle persone salvate nel Mediterraneo. Alcuni paesi membri hanno già espresso il loro no o i dubbi sul sistema, fra cui Francia, Regno Unito, Slovacchia, Repubblica ceca, Ungheria, Polonia, Estonia, Lituania e Lettonia. “Mi aspetto – ha detto Mogherini, in rappresentanza dell’esecutivo di Bruxelles – che gli stati membri, quegli stessi stati membri che hanno chiesto all’Europa di agire velocemente, poi consentano all’Europa di essere efficace in questa azione in tutti i suoi aspetti: nell’operazione navale, nel salvataggio di vite in mare e anche nella gestione delle vite che salviamo.
Sulla stessa lunghezza d’onda il titolare della Farnesina. “Ll’Europa ha reagito bene al naufragio d’inizio aprile: mi auguro che ciò non duri solo qualche settimana. Sarebbe molto amaro constatare se si facesse un passo indietro. Il ministro italiano ha chiesto che agli impegni presi e dichiarati “si facciano ora corrispondere i fatti”, ben sapendo comunque che nessuna di queste misure, neanche le quote di ricollocazione dei migranti, è risolutiva”.