Nella “Buona scuola” di Matteo Renzi, la cultura “umanistica” diventa “umanista” e subito la “rete” ha spedito il presidente del consiglio dietro la lavagna.
Il web non perdona niente, scova ogni errore e lo amplifica diffondendolo viralmente sulla rete. Matteo Renzi, che è assiduo fruitore dei social network, avrebbe dovuto saperlo. Per questo, l’idea del premier di realizzare e diffondere via internet un video esplicativo sulla “Buona scuola” sta diventando un clamoroso boomerang.
Basta guardare la quantità di commenti negativi sulla bacheca facebook del presidente del consiglio e l’ondata di ironia sul banale errore compiuto da Renzi alla lavagna nello scrivere il primo dei punti della spiegazione della riforma.
In maniche di camicia e con la cravatta, Renzi, ha voluto raccontare “cos’è davvero per noi la buona scuola”, ci ha messo la faccia perché, ha scritto su facebook, “Ci sono dei momenti in cui il linguaggio della franchezza e della verità sono l’unica soluzione”.
Al secondo punto della spiegazione, però, il premier è subito inciampato, come un qualsiasi studente dalla preparazione approssimativa e insufficiente. Di quelli che, nella Buona scuola, forse, farebbero più fatica. Chissà cosa dirà il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a Renzi al prossimo consiglio dei ministri: Renzi, rimandato in cultura …umanistica.