Il fenomeno dei migranti diventa finalmente un problema europeo e non solo italiano. La Commissione Europea ha adottato la nuova agenda per l’immigrazione. Lo schema prevede che i paesi europei dovranno “dividersi” i 20 mila richiedenti asilo: la percentuale per l’Italia per le persone provenienti dai campi profughi è del 9,94%, cioè circa 2000 posti. Mentre sale all’11,84% per la redistribuzione degli immigrati già sbarcati.
Queste quote sono state calcolate sulla base di una serie di criteri (Pil, popolazione, tasso disoccupazione) e vanno dallo 0,85% del Lussemburgo al 18,42% di immigrati assegnati alla Germania. In Francia dovranno essere accolti il 14,17%, in Spagna il 9,10% e in Polonia il 5,64%. La Commissione Ue proporrà entro fine maggio un finanziamento supplementare di 50 milioni di euro per il 2015 e il 2016.
Agenda UE per l’immigrazione adottata dalla Commissione. Grazie a @JunckerEU @TimmermansEU e @Avramopoulos per eccellente lavoro di squadra
— Federica Mogherini (@FedericaMog) 13 Maggio 2015
Il vice presidente dell’esecutivo Ue e alto rappresentante per gli Affari esteri, Federica Mogherini, ha annunciato l’accordo con un tweet, ringraziando il presidente Jean-Claude Juncker, il vicepresidente Frans Timmermans e il commissario agli Affari interni e all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos per “l’eccellente lavoro di squadra”.
In definitiva è passata la tesi dell’Italia, primo Paese ad essere colpito dal fenomeno dell’immigrazione, secondo cui “dividere le responsabilità in Europa significa acquistare credibilità e la collaborazione con l’Onu è essenziale se vogliamo risolvere il problema”, ha detto Mogherini, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles. L’Alto rappresentante ha sottolineato che “finalmente arriva una risposta europea, ed è una risposta globale, che coglie tutti gli aspetti del problema. Abbiamo proceduto in modo integrato e coordinato”.
Sul tavolo europeo ci sarebbe anche l’opzione dell’utilizzo delle forze di terra in Libia per distruggere i barconi degli scafisti. Una clausola vincolata al via libera dell’Onu che dovrebbe essere approvato dai ministri degli Esteri dell’Unione europea lunedì prossimo.